Sulla Serie A: "Abbiamo gli stessi obiettivi della passata stagione, ma stavolta saremo noi la squadra da battere dopo lo scudetto conquistato. Bisognerà dare il massimo, soprattutto perché per il Napoli sarà un campionato molto complicato. Dobbiamo riconfermarci, anche se abbiamo ancora tanta fame".
Sul suo minutaggio: "Devo farmi trovare sempre pronto, aspettando il momento in cui io mister avrà bisogno di me. Non mi sento sminuiti da gregario, ognugno di noi ha il suo ruolo nel gruppo".
Sul soprannome Cholito: "Ormai ho la mia identità, sono entusiasta di essere soprannominato in questo modo dopo circa dieci anni di carriera. Non è stato agevole tuttavia uscire dall'ombra di mio padre, mi sentivo costantemente sotto analisi all'inizio del mio percorso. Poi però ho accettato questo aspetto e sono andato avanti. Alla Fiorentina ero amico di Chiesa, abbiamo confrontato le nostre esperienza simili. Lo scudetto con il Napoli ha rappresentato il frutto dei miei sacrifici negli anni".
Sul tatuaggio Champions: "Ho sempre creduto in me stesso, speravo di raggiungere questi livelli. A 13 anni ho chiesto il tatuaggio ai miei genitori, volevo tatuarmi il simbolo della Champions come Eto'o. Ho giocato questa competizione l'anno scorso, ed ho anche segnato un gol al Liverpool. Un nuovo cerchio della mia vita il quale si è chiuso felicemente".
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