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Serie A, i pirati del “pezzotto” vanno più veloci della TV: sono in 5 milioni

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Il focus de La Repubblica

Domenico D'Ausilio

La rete che si gonfia più spesso, durante i weekend di campionato, è quella di Internet. Ma i gol di Osimhen e Lautaro non viaggiano solo sulle tv di chi paga gli abbonamenti a Dazn e Sky. I pirati del cosiddetto "pezzotto" sono diventati oggetto di discussioni prima nella Lega del calcio e poi tra la Serie A e le aziende di telecomunicazioni, sulle pagine di Repubblica.

Serie A, sono 5 milioni i pirati del "pezzotto"

Serie A, i pirati del “pezzotto” vanno più veloci della TV: sono in 5 milioni- immagine 2
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Oggi il sistema delle trasmissioni illegali delle partite secondo varie stime interessa 5 milioni di italiani e spesso possono usufruire di immagini più stabili di quelle di Dazn o trasmettere un gol prima di Sky. Ma come si fa a vedere illegalmente le immagini della Serie A? Il sistema più diffuso è quello delle Iptv illegali. Il cosiddetto “pezzotto”. Prima di tutto, serve un set-top box: non è altro che un decoder, simile a quelli di Sky, ma senza marchio. Può costare dai 20 euro fino a 400, è assolutamente legale e ha una sola funzione: trasformare flussi dati in immagini da trasferire alla tv a cui viene collegato. Perché possa trasmettere le partite, però, bisogna trovare un abbonamento pirata, e qui è spesso sufficiente cercare su Internet. Dove abbondano servizi dal prezzo molto inferiore a quello dei broadcaster ufficiali. Si paga con carta di credito, con tutti i rischi di tracciabilità del caso: a quel punto il pirata fornisce un indirizzo web e una password da inserire. Collegandosi tramite il set-top box si ha quindi accesso a una quantità straordinaria di servizi: i canali lineari delle tv a pagamento, ma anche una infinità di programmi on demand.

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