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Mario Draghi (Photo by Sean Gallup/Getty Images)
Non è un ultimatum. Però gli somiglia tanto. Perché il governo da ieri ha messo la serie A con le spalle al muro: preoccupato per la crescita costante e allarmante dei contagi, ha chiesto alla Lega di autoridurre la capienza degli stadi, attorno ai cinquemila spettatori, ben al di sotto del 50 per cento della capienza attuale. E lo ha fatto con una telefonata del premier Mario Draghi al presidente della Figc, Gabriele Gravina. Lo riporta l'edizione odierna de Il Mattino.
Il premier ha voluto esternare la propria contrarietà per le immagini viste nell'ultima giornata di campionato: quella degli spalti dove i tifosi hanno assistito alle gare senza distanziamento, spesso senza mascherina, tra abbracci dopo i gol. Immagini che non possono essere accettate dall'esecutivo in un momento in cui vengono chieste restrizioni ulteriori in tutti i settori dell'economia per fermare lo tsunami dei contagi. Da qui la proposta del governo. O la Lega di serie A abbassa la capienza al minimo, oppure ci sarà la chiusura degli stadi e il ritorno delle partite a porte chiuse. Una richiesta di collaborazione al mondo del calcio, "una forma di responsabilità" verso il Paese.
De Laurentiis ha spinto, invece, per la decisione di ridurre la capienza subito, senza attendere interventi del governo, proprio per fronteggiare l'emergenza dei contagi, sostenendo la necessità di andare incontro alla richiesta di Draghi. Ma al momento la fumata è nera, perché gli altri presidenti di serie A non sono d'accordo.
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