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Scudetto Napoli, ‘o miracolo di Spalletti: “Io, l’aggiustatore per la vittoria”

Emanuela Castelli
Emanuela Castelli Giornalista 

Il Riformista racconta il tricolore del club partenopeo: curiosità, retroscena e il ruolo chiave del tecnico di Certaldo nel successo azzurro

Il Riformista oggi dedica la prima pagina allo scudetto del Napoli, definendolo il miracolo di Luciano Spalletti. Ampio articolo dedicato al ruolo chiave del tecnico di Certaldo nella vittoria degli azzurri, pronti a conquistare il terzo tricolore della storia del club. Il racconto è di Matteo Renzi, e riporta alcune conversazioni tra i due toscani.

Scudetto Napoli, Spalletti è il tecnico che costruisce il successo

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Ecco quanto, del racconto pubblicato su Il Riformista, evidenziato dalla nostra redazione: "Vedi, te tu eri un rottamatore, ma io sono stato l’aggiustatore, quello che dai rottami ha ricostruito le squadre mettendole in piedi e subito in grado di correre con la velocità dell’alta classifica” mi dice oggi il Mister. Gli dissi a bruciapelo: “ma come andrà con De Laurentiis? Non è che litigate? Siete due caratt

eri forti” Andrà, andrà. Deve andare. E alla fine è andata con lo scudetto e una città impazzita. Bisogna riconoscere, penso oggi, al vulcanico Aurelio di aver vinto lo scudetto con una gestione economicamente sana della società, tanto di cappello (...) Qual è l’istante che ha segnato la stagione? Tra un gol di Osimhen e un assist di Kvara, vado controcorrente e scelgo una fredda mattinata di fine gennaio. A Castel Volturno è in programma l’allenamento della squadra e un gruppo di ragazzini richiama l’attenzione dell’allenatore azzurro. 

Vogliono selfie e, autografi, battute. Ma Spalletti va giù duro: “Come mai non siete a scuola?”. E i ragazzi replicano: “C’è sciope

ro”. “E quando si recupera la lezione?” incalza il mister “Mai” rispondono i bimbi. “Come, mai? E quando ti dovrò allenare e non capirai cosa ti dico? Io quelli che non capiscono non li voglio”. Quel signore lì è Luciano Spalletti in purezza. Un maestro di calcio, sì, ma prima ancora uneducatore".