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(Photo by Getty Images)
L'edizione odierna de Il Secolo XIX riporta alcune testimonianze di tifosi spezzini che accusano gli ultras napoletani per gli scontri avvenuti domenica scorsa allo stadio Picco durante il primo tempo di Spezia-Napoli.
Uno di loro, Michele Pastorello, racconta: "Ero in curva Piscina ad un metro da intere famiglie napoletane sistemate nel nostro settore con sciarpe e maglie azzurre. Senza che nessuno di noi trovasse da dire. Una volta dentro ci siamo ritrovati a contatto con una quarantina di tifosi napoletani, per lo più papà con i figli. Proprio attaccati al divisorio in plexiglas, senza che nessuno li disturbasse. Di là dal vetro, invece, c’erano tifosi napoletani scatenati, con le cinghie in mano a insultarci e minacciarci: dopo il primo gol prima una pioggia di monetine, subito dopo diverse torce accese ci hanno raggiunto provocando ustioni ad adulti e ragazzi. Se è vero che all’andata qualche coro contro Maradona a Napoli è partito, domenica prima degli incidenti per me non era stato intonato alcun coro analogo".
E ancora Sergio Vergassola: "Secondo me la più grande responsabilità va attribuita agli organi competenti in materia di sicurezza. Conoscono tutto delle curve. Sapevano che si trattava di una partita a rischio. Credo sia stato una leggerezza, dovuta in parte al comportamento delle tifoserie precedenti, in parte al fatto che la partita non contasse per il risultato. Malgrado il caldo africano i napoletani sono arrivati con cappucci, maschere eccetera, e la cosa non lasciava ben sperare".
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