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Si era smarrito chissà dove, chissà quando, chissà perché, il Napoli bello e travolgente dello scudetto. Si era smarrito nelle domande inevase, nelle certezze evaporate come neve al sole, nei movimenti perduti ma conservati lì, in un angolo della memoria, ché non si sa mai. E a Sassuolo la nemesi, la rinascita, una resurrezione pasquale. La sveglia che suona: ci siamo sbagliati, 'sti sei mesi non ci sono mai stati.
Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: "All’improvviso la coscienza: del proprio calcio, d’un talento (esagerato) che riemerge dalle brume di sei mesi da dimenticare e poi il senso plastico della bellezza. Era stato così brutto il Napoli, e ripetutamente, da non poter essere quello vero: e ora che Osimhen più Kvaratskhelia (ma con loro Lobotka e un delizioso Anguissa) si sono rimessi in pace con se stessi, dagli equivoci di questo recentissimo passato emergono rimpianti e pure rimorsi. Il Napoli che non t’aspetti, e non puoi, fa cose da pazzi: sei gol (tripletta di Osi, doppietta di Kvara e con loro Rrahmani; due assist di Politano, uno di Osi e uno di Kvara), 27 conclusioni, 72% di possesso (spesso verticale) rappresentano la fotografia di una esuberanza che esplode e devasta il Sassuolo, incapace di resistere a quell’onda elettromagnetica che trascina nel vuoto, sino a perdersi. C’è il ritmo, c’è la padronanza dei movimenti, c’è la ricerca delle profondità, e poi c’è Osimhen".
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