L'edizione odierna del Mattino si sofferma sul ricorso che il Napoli affronterà martedì al CONI contro il match perso 3-0 a tavolino con la Juventus e il relativo punto di penalizzazione in classifica. Trentadue pagine di ricorso con cui De Laurentiis prova a ribaltare le sentenze del giudice sportivo e della Corte sportiva d'appello della FIGC. E in cui il Napoli respinge in ogni punto le motivazioni che hanno portato alla condanna.
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Ricorso Juve-Napoli, la difesa del club azzurro: violati i principi del giusto processo
L’edizione odierna del Mattino si sofferma sul ricorso che il Napoli affronterà martedì al CONI contro il match perso 3-0 a tavolino con la Juventus e il relativo punto di penalizzazione in classifica. Trentadue pagine di ricorso con cui...
Ricorso Juve-Napoli, la difesa del club azzurro
Per prima cosa, il nuovo avvocato Enrico Lubrano, che affianca il consulente legale Grassani, parla di «una causa di forza maggiore che è stata preclusione alla trasferta, intervenuta già il giorno prima della partita». In pratica, ed è questo il punto chiave, il successivo provvedimento del 4 ottobre aveva carattere solo confermativo e non di primo provvedimento di preclusione alla trasferta. Non è un dettaglio di poco conto: ma la difesa del Napoli va oltre e spiega che pur volendo ammettere che è il provvedimento della domenica, ovvero quello delle 14,33 ad aver vietato la trasferta (così come rilevato dalla Corte sportiva), in ogni caso avrebbe valenza «di atto di forza maggiore».
Violati i principi del giusto processo
Poi c'è l'affondo contro le motivazioni del giudice sportivo e della Corte d'appello perché, scrivono i due avvocati nel ricorso, non c'è una «benché minima prova» di una condotta in malafede del Napoli. In pratica la condanna in primo e secondo grado violano i principi cardine del giusto processo: la presunzione di buona fede e il principio del in dubio, pro reo. Qui, sarebbe avvenuto il contrario. Perché non c'è movente o interesse della società a non giocare la gara.
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