Edy Reja, ex tecnico del Napoli, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de Il Mattino, soffermandosi sul momento degli azzurri di Spalletti.
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Reja: “Napoli squadra più forte nella storia in Italia. Kvara lo conoscevo già”
Reja sul Napoli di Spalletti
"Nel mio periodo furono gettate le basi, cominciò la crescita del Napoli di De Laurentiis che ora è arrivato all'apoteosi. Il presidente ha compiuto un vero capolavoro, il completamento di uno straordinario lavoro compiuto negli anni in cui sono stati sempre centrati gli obiettivi. Questo Napoli è davvero un qualcosa di esagerato. Nel senso che non si era mai visto qualcosa del genere in serie A con una squadra prima in classifica con questo distacco sulla seconda: questo Napoli è la migliore squadra della storia del calcio italiano. Ce ne sono state tante, penso all'Inter e alla Juve vincenti, al Milan di Sacchi, al Napoli di Maradona. Ma nessuna è mai arrivata a questi livelli di gioco. Il Napoli deve proseguire con questa mentalità che ha trasferito Spalletti e continuare a giocare con quest'intensità. È una squadra che non gestisce mai il risultato e attacca sempre anche quando è avanti di due o tre gol. E questo sta permettendo agli azzurri di brillare anche in Champions League dove si viaggia a una velocità doppia".
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Sul cammino in Champions
—"La squadra di Spalletti ha dato lezioni di calcio dappertutto, anche in Champions, a cominciare dal 6-1 all'Ajax e sta dominando fuori casa come aveva fatto in passato il Milan di Sacchi: le uniche squadre italiane a riuscirci in Europa anche sotto il profilo del gioco. Può arrivare nelle semifinali e poi si vedrà, dipenderà anche dai sorteggi tenendo presente la forza di Real Madrid, Manchester City, Bayern Monaco ma il Napoli potrà dire la sua anche contro questi squadroni".
Su Osimhen e Kvaratskhelia
—"Osimhen? Stellare. Trascina la squadra, il pubblico, corre, pressa, scatta, difende e fa gol. Un centravanti fortissimo, completo, attacca gli spazi, lega il gioco di squadra, è straordinario di testa. Kvaratskhelia? Lo conoscevo già, l'avevo studiato nelle partite che aveva giocato la Georgia perché avremmo poi dovuta affrontarla in amichevole con l'Albania: con il match analyst Rossi lo studiammo in ogni minimo dettaglio. È un grandissimo calciatore, un fenomeno con la palla tra i piedi che non riesci mai a togliergliela: ogni sua giocata è determinante sia quando fa un assist, oppure quando tira in porta".
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