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(Getty Images)
Giovedì è partito il Mondiale per club. Competizione che sarebbe dovuta partire il 2021, ma che a causa Covid è partita il 2022. Il format sarebbe dovuto cambiare, con più squadre e nuove date. Alla fine, si è deciso di piazzarla a fine febbraio, decisione che ha lasciato qualche bocca amara, considerata anche la Coppa d'Africa. A riportarlo è la Gazzetta dello Sport.
A rappresentare l'Europa nella competizione intercontinentale ci sarà il Chelsea, in quanto vincitrice dell'ultima ChampionsLeague. Nonostante la nomea del campionato inglese, quella secondo cui si giocherebbe sempre, il Chelsea è fermo dal 23 gennaio. Oggi affronterà il Plymouth in FACup, poi mercoledì sarà immediatamente in viaggio verso AbuDhabi per affrontare la vincente tra AlHilal e AlJazira, la prima vincitrice della Champions asiatica, la seconda partecipante in quanto ospitante. Qualora la squadra inglese dovesse superare l'ostacolo di sabato si giocheranno la finale con i brasiliani del Palmeiras o la vincente tra Monterrey e AlAhly. Proprio quest'ultima è la squadra africana che è stata costretta a rinunciare a sei giocatori, tra cui il portiere, coinvolti nella nazionale.
Anche per il Chelsea il problema Coppa d'Africa non è da meno. Costretto a rinunciare al proprio portiere, Mendy, coinvolto nella finale tra Senegaled Egitto. Per questo il club è stato costretto a spostare il derby di Premier con l'Arsenal. Una partita che andrà recuperata, c'è da capire quando.
Perché il calendario resta estremamente pieno di impegni europei e non. La Coppa d'Africa, a cadenza biennale, ha dimezzato quasi tutte le squadre europee, considerando che circa il 60% dei giocatori attualmente in Camerun sono tesserati in Europa. Per questo c'è da chiedersi perché la massima coppa africana si continui tutt'ora a giocare ogni due anni.
In relazione proprio alla particolare cadenza biennale di questa competizione, ha parlato il tecnico del Chelsea, ThomasTuchel:
"Ormai non è più una questione di qualità ma solo di quantità. La gente vuole vedere calcio di livello e interpreti di qualità, ma per produrlo ci vogliono giocatori freschi e in salute, non stanchi e infortunati. Abbiamo bisogno di un calendario più scarico. Nell’ultimo anno il Chelsea ha giocato 67 partite o giù di lì, e se aggiungiamo le competizioni con le nazionali e le qualificazioni Mondiali si arriva a una cifra di partite immensa, lo sforzo è enorme. A volte, less is more".
Eppure per la Fifa le parole, seppure giuste, di Tuchel non coincidono con i progetti. Infatti vogliono proporre il Mondiale, quello vero, non questo per club, ogni 2 anni.
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