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Edy Reja (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
EdoardoReja, allenatore dell'Albania ed ex Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni in un'intervista nell'edizione odierna de Il Mattino. Focus principale le varie caratteristiche del Napoli, in vista della partita contro il Cagliari, con qualche parola su Mazzarri e sul suo passato con gli azzurri.
Di seguito le parole dell'ex allenatore a Il Mattino:
"Io, Mazzarri e Spalletti siamo uniti da un filo: ognuno di noi per il Napoli ha recitato un ruolo fondamentale nella storia del club e in questo lungo processo di crescita. Ora Luciano deve riuscire a completare il disegno vincendo lo scudetto".
Sul suo passato al Napoli
"Chi è passato per lì non può dimenticare mai cosa significa essere l’allenatore degli azzurri. Perché a Napoli non sei mai solo l’allenatore della squadra".
Sulle possibilità degli azzurri di lottare per lo scudetto
"Ho conosciuto Spallettitanti anni fa a Udine e devo dire che è molto simile a quello di allora, come carattere, come filosofia del linguaggio, come attenzione agli atteggiamenti. A Napoli sta facendo bene e lotterà con l’Inter fino alla fine. Con tutto il rispetto per il Milan".
Su cosa rappresentano Napoli e Cagliari per Reja
"Una gioia riportare il Cagliari in A. Con il pubblico sardo ho subito avuto un grande feeling, magari un po’meno con Cellino. Ma come faccio a dimenticare Zola che era il mio capitano e che appena mi vedeva mi chiedeva: “Mister, che cosa c’è da dire oggi alla squadra?”. Ma gli anni a Napoli sono un ricordo indelebile, pure quando sono tornato dopo, da avversario, non sono mai riuscito a sentirmi un nemico. Perché a Napoli non sei solo l’allenatore della squadra, sei molto di più. E questo lo sta capendo anche Spalletti".
Su Mazzarri
"Sì, è il mio vero successore, è lui che ha fatto fare il passo successivo di crescita alla squadra che io avevo guidato per cinque anni. Ha avuto straordinari fenomeni come Cavani, i miei budget erano assai più limitati. Ma il carattere di Mazzarri ora è in questo Cagliari che lotta per la salvezza. E il Napoli deve fare molta attenzione".
Sulla difficoltà che può rappresentare la partita di domani
"Non è facile passare dal Camp Nou ai 10.000 dello stadio del Cagliari. Ma su questo nessuno è come Spalletti, un vero maestro. Sappiamo bene che ha l’esperienza e le capacità per scuotere i suoi per evitare che possano approcciare alla partita con la mentalità sbagliata. Il Napoli è una squadra che, al completo, senza questi infortuni, avrebbe chance di scudetto ancora più alte. Anguissa, per esempio: è un peccato che non ci sia domani".
Sull'attuale Napoli
"La crescita individuale di tanti giocatori che anche con Gattuso avevano un buon rendimento ma che quest’anno stanno dimostrando di essere davvero fortissimi. Penso a Fabian ma anche a Koulibaly e a Rrahmani. Ho visto il calendario e, dopo il big match con il Milan, mi pare che sia piuttosto favorevole alla squadra azzurra".
Sull'importanza della difesa nel campionato italiano
"In Italia vince sempre chi subisce meno gol. La sicurezza che ti dà la fase difensiva aiuta anche a far meglio a chi sta davanti. E nel caso del Napoli sono dei fucilieri gli attaccanti azzurri. Con in più Zielinski che non è una punta ma segna come se lo fosse".
Sull'Inter favorita alla vittoria dello scudetto
"Non era così scontato che dopo l’addio di Conte, i nerazzurri mantenessero un passo così alto. Inzaghi ha trovato una tavola apparecchiata, ma sopperire all’addio di Lukaku non era semplice. Ma il Napoli anche nello scontro diretto ha dimostrato di non essere così indietro...".
Su Osimhen
"Quando parte non lo prende nessuno. Certo, un po’ anarchico lo è, ma come si ingabbia un tipo del genere? Non si può fare, bisogna stare dietro ai suoi strappi, bisogna che tutti quelli vicino a lui si adattino. Però, per la sua forza straripante, vale la pena mettersi al servizio di uno così forte".
Sull'importanza delle partite di Europa League
"Le partite di EuropaLeague non sono una noia. Anzi. Pareggiare col Barcellona aiuta a far crescere l’autostima. Passare il turno, arrivare agli ottavi di finale sarebbe un grande traguardo. La rosa, poi, mi pare completa per poter lottare anche in Europa. Io non rinuncerei mai a nulla ma penso che pure Spalletti la pensi come me. Sennò al Camp Nou avrebbe fatto scelte diverse".
Sulla Nazionale Italiana ai playoff
"Sono preoccupato perché tutti pensano già al Portogallo. E invece c’è la MacedoniadelNord con cui prima bisogna fare i conti. Mancini lo sa bene, ho sentito che ha già messo in guardia tutti. Bisogna arrivare preparati ai playoff, perché sennò si rischia di restare ancora fuori dai Mondiali".
Infine, sulla sua mancata qualificazione con l'Albania
"Senza cinque positivi al Covid nella gara decisiva con la Polonia, forse saremmo ancora in corsa per il Qatar. Quello che stiamo facendo con l’Albania è un lavoro molto importante e nel 2024 speriamo di qualificarci per l’Europeo".
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