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(Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
L'edizione odierna del Corriere dello Sport racconta la partita dell'attaccante del Napoli Giacomo Raspadori contro lo Spezia e il gesto di Luciano Spalletti a fine partita.
"Un boato così, solo per lui, Raspa non l'aveva mai sentito. Se n'è andato sotto la Curva B con lo stesso volto della felicità che aveva quando in agosto arrivò a Villa Stuart. Non ci eravamo mai imbattuti in un calciatore così ostentatamente contento di affrontare le visite mediche. Nel post-partita l'allenatore lo ha difeso con le unghie: «è stato sempre in partita, ha giocato un match eccezionale, è venuto incontro a legare con il centrocampo tantissime volte. Poiché non siamo stati bravi a farla girare, il suo lavoro si è dovuto raddoppiare. Poi quando l'ho messo a sinistra, ha rincorso, si è messo a disposizione». E lo ha tenuto in campo quando tutti lo avrebbero tolto. Quello di Raspadori è stato un pomeriggio complicato. Un primo tempo ad annaspare nelle sabbie mobili spezzine. Abbandonato a se stesso e fare a sportellate non è il suo forte. È un calciatore che ha bisogno di avere la palla sui piedi per l'uno-due. Nella ripresa sembrava che stesse andando un po' meglio. Due chance le ha avute, due palloni confezionati su misura per l'uomo d'area che è: uno lo ha toccato male, quasi lisciato; l'altro ha tirato peggio. Ha toccato cinquanta palloni in quasi cento minuti. Ma appena otto in area di rigore che poi sarebbe il suo regno. Ha avuto il quoziente di expected goals più alto della squadra: 0,67. Segno che è stato l'uomo sul cui piede sono capitate le occasioni migliori. E fino all'89esimo le aveva sprecate tutte. Prima di diventare l'eroe della giornata".
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