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SALERNO, ITALY - NOVEMBER 04: Giacomo Raspadori of SSC Napoli celebrates after scoring his side first goal during the Serie A TIM match between US Salernitana and SSC Napoli at Stadio Arechi on November 04, 2023 in Salerno, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)
Giacomo Raspadori è arrivato all'ombra del Vesuvio dopo una trattativa estenuante ed un cartellino piuttosto costoso. Ma c'era la consapevolezza che da queste parti stesse arrivando uno dei migliori talenti italiani. Già nell'anno dello scudetto si è dimostrato importante per il Napoli con gol pesanti come quello contro lo Spezia e contro la Juventus lo scorso aprile. In questo inizio di stagione ha giocato spesso dal primo minuto, ma troppe volte fuori dal suo ruolo. L'infortunio di Osimhen gli ha consigliato le chiavi dell'attacco della squadra di Garcia e come sottolinea l'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, puntare su Jack è stata una mossa vincente. A seguire un estratto dell'articolo.
"Un, due, tre Jack. E quasi per magia, per un attimo non pensi a Victor Osimhen. Già, perché da quattro partite il Napoli deve fare a meno del suo cannoniere e Giacomo Raspadori ha messo sempre la sua griffe sui risultati. Ha cominciato a Verona, servendo uno splendido assist (a Politano) per sbloccare la partita. Poi si è messo in proprio segnando il gol decisivo, di sinistro, a Berlino in Champions League. E poi di destro realizzando su punizione il 2-2 contro il Milan per la rimonta senza però sorpasso. E anche qui ha fissato il primo gol diretto su calcio piazzato di questa Serie A.
A Salerno, Raspadori è stato ancora una volta letale come deve essere un centravanti e al primo pallone buono ha sfruttato l’occasione: l’ha sbattuto dentro di destro, che non era manco passato un quarto d’ora di gioco. Cosa si può chiedere di più al piccolo-grande bolognese? Ovviamente Giacomo non potrà mai essere un centravanti che punta su potenza e fisicità, piuttosto su rapidità e tecnica, proprio per la sua capacità di calciare con precisione indifferentemente dal piede utilizzato.
«I problemi di Giacomo si chiamano Osimhen e 4-3-3», dice il tecnico del Napoli Garcia godendosi il suo attaccante, che definire di scorta diventa quasi offensivo. Problema nel senso che la potenza del nigeriano - centravanti di assoluto valore internazionale- e il sistema di gioco senza una seconda punta, toglie opportunità al ragazzo cresciuto nel Sassuolo, che però non molla di un centimetro e sa cogliere l’attimo fuggente quando ha spazio per scendere in campo. Può sorridere Rudi Garcia, così come il c.t. azzurro Luciano Spalletti".
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