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Rapina Neres, i malviventi non riescono a vendere l’orologio: svelato il motivo

rapina neres
I ladri non sembrano essere professionisti del settore
Gianmarco Nurra

Arrivano nuovi aggiornamenti riguardo la rapina subita dall'azzurro David Neres in seguito al match interno contro il Parma. Secondo l'edizione odierna de Il Mattino, infatti, il brasiliano sarebbe stato attaccato da quattro malviventi non particolarmente "esperti del settore" che, tra l'altro, starebbero avendo difficoltà nel rivendere l'orologio da oltre 100mila euro di cui l'ex Benfica è stato privato. Di seguito, dunque, un estratto del focus proposto in edicola dal noto quotidiano.

Rapina Neres, il brasiliano era da solo in van. Le ultime

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"Ad entrare in azione sono stati in quattro, probabilmente legati allo spaccio di droga in zona rione Lauro; il bottino scotta, l'orologio da 100mila euro non è facile da piazzare (salvo essere svenduto per pochi spiccioli), specie per chi non ha contatti con ricettatori di fiducia. Neres era solo in auto, contrariamente a quanto si era capito nelle battute iniziali delle indagini; in un secondo momento ha avuto modo di ricongiungersi alla moglie. Agli atti sono finite alcune immagini ricavate dal sistema di protezione che copre la zona che va dallo stadio Maradona a via Bixio, dove si è consumato l'assalto. Resta il nodo della soffiata. Qualcuno ha avvisato la gang del passaggio del minivan in cui viaggiava il brasiliano. I vetri erano oscurati, si indaga sulla presenza di una talpa. Uno "specchiettista" per dirla in gergo, che era al corrente del fatto che in quel taxi privato ci fosse il calciatore con l'orologio da 100mila euro al polso. Un bene difficile da capitalizzare. Dopo il clamore, i canali di ricettazione sono serrati, la refurtiva scotta e i quattro malviventi entrati in azione non sono ritenuti affidabili".