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(Photo by Getty Images)
Quest'oggi, Fabio Quagliarella ha rilasciato un'intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. L'ex attaccante del Napoli ha svelato alcuni dettagli inerenti al suo addio e al possibile ruolo da coprire in futuro, citando anche Mazzarri.
Di seguito le dichiarazioni rilasciate dall'ex centravanti italiano: "Mi sono allenato sempre sino all’ultimo giorno, non sono mai stato gestito, e questa è la cosa di cui vado più orgoglioso, potete chiederlo a qualunque allenatore, anche l’anno scorso facevo gli stessi allenamenti di un compagno di 20 anni. Non ho smesso per motivi fisici, non è arrivata nessuno offerta interessante e allora ho detto stop. Fino a un paio di mesi dalla fine del campionato avevo deciso di smettere, poi vista la situazione societaria della Samp e vedendo che stavo bene, ho pensato di poter dare una mano a risalire. Avrei potuto anche firmare in bianco, i soldi non mi interessavano, mai avrei preso in considerazione altre soluzioni, era come un obbligo morale verso un club che aveva sempre creduto in me e dove sono stato benissimo. Ho avuto due-tre richieste da squadre di A , ma non le ho prese in considerazione. Allo stesso tempo mai avrei pensato di arrivare a giocare sino a 40 anni in A e, sono sincero, di questo ero davvero orgoglioso. Altrove avrei fatto il terzo o il quarto attaccante. Ma allora meglio dare una mano alla Samp".
Su Mazzarri al Napoli: "Innanzitutto la scelta mi ha sorpreso, ma secondo me De Laurentiis aveva bisogno di un allenatore che conoscesse l’ambiente e che aveva fatto benissimo a Napoli. Era fuori dal giro da un paio d’anni, ma sa come si deve muovere e cosa serve fare. Ovvio, il calcio si è evoluto, ho letto che lui dovrebbe riproporre il 4-3-3, siamo tutti curiosi, ma non ha un compito semplice".
Sull'ultima gara al Maradona: "Quando sono usciti i calendari, ho visto l’ultima gara al Maradona. “Madonna mia”, ho pensato. Un segno del destino, pensavo. Ma arrivarci proprio quel giorno con il Napoli campione d’Italia dopo 33 anni, e ripensando all’accoglienza che mi hanno fatto... è stato qualcosa che mi ha spiazzato, con quella targa ricevuta sotto la curva... Dopo, a mente fredda, ho pensato che se avessi scritto io la sceneggiatura di quel giorno non sarebbe stata così perfetta. L’unica pecca, e non è stata una cosa da poco, è che quel giorno la mia Samp ha salutato la Serie A. Un giorno però così speciale che è finito in un... quadro".
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