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Gianni Infantino (Getty Images)
Il discorso di apertura dei Mondiali Qatar2022 di Infantino ha fatto e sta continuando a far discutere: numerosi i temi trattati ma il più caldo è stato senza dubbio quello sui diritti civili spesso negati a quelle latitudini
Il Corriere dello Sport analizza oggi dettagliatamente il discorso di apertura di Qatar2022 di Infantino. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "«Oggi mi sento qatarino. Oggi mi sento arabo. Oggi mi sento africano. Oggi mi sento gay. Oggi mi sento disabile. Oggi mi sento un lavoratore migrante». Farà discutere a lungo, a suo modo resterà nella storia, la conferenza stampa di Gianni Infantino alla vigilia del via della Coppa del Mondo in Qatar. Una delle edizioni più controverse di sempre, un po ’ perché ha stravolto il calendario internazionale, molto di più per il dibattito su quei diritti civili che non hanno sempre cittadinanza in Qatar. «Mi sento come loro e so cosa vuol dire essere vittima di bullismo perché lo sono stato, perché avevo i capelli rossi e le lentiggini, io ero italiano e parlavo male il tedesco. Ho pianto e ho cercato di reagire. Sono figlio di lavoratori migranti che hanno vissuto in condizioni molto difficili in Svizzera per come vivevano e i diritti che avevano. Ho visto come veniva trattato chi cercava di entrare nel paese, ma ora la Svizzera è un esempio di tolleranza. Il Qatar ha fatto progressi e ne parleremo, come spero che parleremo anche di calcio. La Fifa è orgogliosa di essere qui, questo sarà il Mondiale più bello per la gente che ama il calcio, ma sono stanco di leggere commenti su persone e su decisioni prese dodici anni fa», continua Infantino. Che punta il dito contro tutte le rivendicazioni sociali di questi giorni: «Quello che sta accadendo in questo momento è profondamente ingiusto e le critiche al Mondiale sono ipocrite. Per quello che noi europei abbiamo fatto negli ultimi tremila anni dovremmo scusarci per i prossimi tremila anni, prima di dare lezioni morali agli altri. Queste lezioni morali sono solo ipocrisia»". E, sui diritti negati ai lavoratori, Infantino ha specificato come non sia nel potere della FIFA intervenire sulle leggi delle Nazioni ma ha specificato di aver erogato ben 350milioni di euro per i lavoratori impegnati nella costruzione di stadi per il mondiale. Poi, l'intervento di Bryan Swanson, il responsabile media della Fifa, che ha fatto coming out: "«Ho trascorso un po’ di tempo accanto a Infantino e mi sono sempre sentito supportato e aiutato, sono gay come lo sono molti altri colleghi della Fifa. Mi trovo seduto qui in una posizione privilegiata, davanti a un palcoscenico globale, come persona gay in Qatar»".
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