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Processo Maradona, mostrata foto shock in aula: quanto rischiano gli imputati

Maradona morte processo
La ricostruzione del Corriere dello Sport
Emanuela Castelli
Emanuela Castelli Giornalista 

Ieri è iniziato in Argentina il processo per la morte di Maradona, presenti in aula le figlie del pibe de oro con il loro legale. Il pm mostra una foto shock, gli imputati rischiano fino a 25 anni di carcere. Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: "Una foto scioccante che mostra le condizioni di Diego Armando Maradona al momento del decesso è l’istante che ha sconvolto tutti, ieri a Buenos Aires, nell’aula del tribunale di San Isidro, nel primo giorno del processo per la morte del campione argentino, il 25 novembre 2020 all’età di 60 anni. Alla sbarra con l’intera equipe medica che aveva in cura il Pibe, lasciato morire in quella che il pm Patricio Ferrari ha definito «la casa degli orrori», per rispondere dell’accusa di «omicidio colposo con dolo eventuale». È proprio lui a mostrare ai giudici e a tutti i presenti le condizioni di Diego al momento della sua morte. Il documento è scioccante. Fa il giro del web in poco tempo. L’addome di Maradona è completamente gonfio. Secondo il pubblico ministero, mostrare la foto è necessario per rafforzare la domanda che tutti si pongono: com’è stato possibile lasciarlo morire in quello stato? Ecco perché, dice Ferrari, «sta mentendo chi non ammette di aver partecipato a un omicidio»". 

Shock in aula durante il processo per la morte di Maradona

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"Sconvolte le figlie Jana, Dalma e Gianinna. Scoppiano in lacrime, non sono le uniche. In aula c’è anche Veronica Ojeda, ex partner di Maradona, che indossa una maglia con la scritta “Giustizia per Diego” e poco prima dell’inizio del processo si scaglia contro uno degli accusati. Attimi di tensione all’arrivo dei sette indagati in tribunale. L’ottavo, l’infermiera Dahiana Madrid, ha richiesto un processo con giuria: appuntamento a luglio. Per raggiungere l’aula, i componenti dell’equipe medica devono attraversare la folla, migliaia di persone che gridano «assassini». Tra di loro il neurochirurgo Leopoldo Luciano Luque, il medico di base Pedro Di Spagna, la psichiatra Agustina Cosachov. Tutti colpevoli, secondo l’accusa, di aver lasciato morire Diego in condizioni inaccettabili, isolandolo dalla famiglia".


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