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"Il 12 ottobre Mohamed Ihattaren è tornato in Olanda. Il direttore sportivo della squadra ligure, Daniele Faggiano, ha parlato di «qualcosa a livello famigliare» mentre i giornali italiani hanno dato la notizia con toni drammatici da subito. Ihattaren è «scomparso, letteralmente» e anche se «non c’è traccia» di lui, e quindi non ha potuto lasciato nessuna dichiarazione ufficiale, si parla subito di una «forte depressione» dovuta alla morte del padre e si arriva a parlare della possibilità che Ihattaren, a diciannove anni, stia pensando a dare «l’addio al calcio».
E qui ci sono due ordini problemi diversi. Il primo riguarda il solito cortocircuito mediatico per cui in Italia si citano come fonte generici “media olandesi” mentre sui media olandesi si citano, appunto, i giornali italiani. Il giornalista olandese Rick Elfrink e l’account Instagram Rising Ballers, che sostiene di essere entrato in contatto con il giocatore, hanno smentito un ritiro. Il secondo problema, forse ancora più significativo, è che nessuno, in Olanda, abbia parlato esplicitamente di depressione". Questo è solo l'incipit di un pezzo molto bello apparso sulle colonne de l'Ultimo uomo e che parla compiutamente del rapporto tra calcio moderno e depressione. Clicca qui per leggere l'articolo completo. Insomma, non solo Ilicic. Il calcio è pieno di situazioni in cui la depressione (o, più in generale, i problemi psicologici) viene quasi demonizzata. E non va bene: è tempi di accendere i riflettori.
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