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rassegna

Plusvalenze, Grassani: “Valutazione bizzarra sull’operazione Osimhen-Napoli”

Domenico D'Ausilio

Mattia Grassani ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere dello Sport, soffermandosi sul processo plusvalenze-Napoli

Il Napoli comincerà a esporre oggi al cospetto del Tribunale federale le proprie ragioni sul caso plusvalenze. E dunque sul caso-Osimhen: la difesa, coordinata dall'avvocato Mattia Grassani, punterà innanzitutto a dimostrare la regolarità dell'operazione da 71,25 milioni di euro con il Lille nel 2020. Il legale ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere dello Sport, soffermandosi sulla vicenda.

Grassani sul processo plusvalenze-Napoli

"Oltre a quelli generali, relativi all'impossibilità di individuare criteri oggettivi per la valutazione dei calciatori o comunque all'inesistenza di regolamenti in materia, abbiamo evidenziato la genuinità dell'operazione, dimostrando come il valore di Osimhen, e dunque dei quattro calciatori trasferiti dal Napoli al Lille, sia stato determinato sulla base di considerazioni di natura tecnica. Si è evidenziato poi come nell'impianto accusatorio manchi completamente il movente. Perché il Napoli, notoriamente società virtuosa e senza problemi di bilancio, avrebbe dovuto ricorrere alle plusvalenze fittizie? Abbiamo dimostrato che il club di De Laurentiis non ha avuto alcun beneficio sostanziale dall'operazione".

Su un possibile intervento di De Laurentiis

"Al momento è improbabile. Si tratta di argomenti connotati da elevato tecnicismo sui quali è già stata prodotta una montagna di documenti, tra cui una perizia contabile da parte di un docente universitario che evidenza macroscopici errori nella disamina della Procura Federale".

Sui parametri di valutazione dei calciatori

"È stata introdotta una bizzarra metodologia non riconosciuta da alcun organismo o autorità. Fondata su dati asettici riscontrati da un sito come Transfermarkt, che non può essere considerata pratica convenzionale per la valutazione dei calciatori. Aderire a una simile ricostruzione frustrerebbe un principio cardine del diritto come l'autonomia negoziale delle parti e l'essenza del calciomercato. O più modernamente: players' trading, che rappresenta una delle attività principali dei club. Confidiamo, anche sulla base di tali valutazioni, che il Tribunale Federale non arrivi a sanzionare dirigenti e società per non aver osservato, nella negoziazione del valori dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori, un metodo che non esisteva".