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rassegna

Plusvalenze, La Marca: “Problema complesso, bisognerebbe basarsi su altri parametri”

Mattia Fele

Le parole dell'avvocato La Marca a 1 Station Radio

A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Domenico La Marca, avvocato esperto di diritto sportivo. Focus del suo intervento la questione plusvalenze che ha colpito ben 11 club di Serie A.

L'analisi di La Marca sul caso plusvalenze

Di seguito un estratto dell'intervento del noto opinionista e avvocato:

“Come già detto in passato il riferimento normativo in questione è l’art 31 del Codice di Giustizia Sportiva che al comma 1 così chiarisce: “Costituisce illecito amministrativo la mancata produzione, l’alterazione o la falsificazione materiale o ideologica, anche parziale, dei documenti richiesti dagli organi di giustizia sportiva, dalla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche (COVISOC) e dagli altri organi di controllo della Federazione nonché dagli organismi competenti in relazione al rilascio delle licenze UEFA e FIGC, ovvero il fornire informazioni mendaci, reticenti o parziali. Costituiscono altresì illecito amministrativo i comportamenti comunque diretti a eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica nonché la mancata esecuzione delle decisioni degli organi federali competenti in materia.”. Di norma sulla base del citato articolo la società è punita con la sanzione dell’ammenda".

Sul problema generale degli introiti fittizi

"In generale il problema delle plusvalenze “fittizie” nell’ambito della giustizia sportiva è davvero di difficile collocazione, visto che le società di calcio hanno la libertà di indicare una determinata valutazione per il proprio tesserato, di conseguenza l’impossibilità di individuare dei parametri chiari, oggettivi e trasparenti al fine di giungere a valori univoci dei cartellini dei calciatori provoca tali situazioni. Inoltre, diventa davvero arduo accertare e provare che i club abbiano consapevolmente stipulato una contrattazione o un trasferimento per un secondo fine, non solo puramente sportivo, o che addirittura dietro vi sia un disegno ben più ampio".

Sulle possibili soluzioni

"La Fifa da qualche tempo è alla ricerca di un algoritmo per giungere a valutazione oggettive dei cartellini dei calciatori, ma ciò comunque rientra nell’ipotesi di una determinazione astratta che andrebbe a danneggiare la libertà contrattuale delle parti. Sulla base di quanto sopra dichiarato, sarebbe auspicabile depotenziare le “plusvalenze” e porre attenzione su altri parametri finanziari ed economici per valutare l’effettivo e reale stato di salute dei club.”