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Vìctor Osimhen (Photo by SSC NAPOLI/SSC NAPOLI via Getty Images)
Osimhen, la stagione della consacrazione è arrivata. E porta una firma chiara, evidente, incontrovertibile: quella di Luciano Spalletti. Che ha lavorato su tecnica e testa del nigeriano, trasformandone attitudini ed inclinazioni che pure nascondeva dentro il diamante grezzo che era. Adesso Osimhen ha imparato a gestire la sua emotività, la reattività alle situazioni di gioco, la sua stessa fisicità. E quella rabbia agonistica, quella fame, la mette al servizio della squadra.
Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Osimhen è il centravanti moderno costruito da Spalletti, completato attraverso un lavoro paziente e scrupoloso, educandolo a fare altro, immergendolo in un processo evolutivo che ha modificato la natura stessa del centravanti nigeriano e ne ha allargato ulteriormente gli orizzonti. Osimhen è diventato decisivo, anzi devastante, orienta le partite, incide segnando ma anche dialogando con una squadra che sente sua, alla quale dà consistenza tecnico-tattica attraverso letture che cominciano ad appartenergli compiutamente. Il primo Osimhen, quello che arriva nell’estate del 2020, segna relativamente poco, resta a lungo a guardare perché gli succede di tutto (il Covid, un intervento a una spalla, una commozione cerebrale), deve convivere con la sfortuna e anche con un football un po’ individualista, fondato sulle proprie, incontrollabili progressioni: ma sono dieci reti in 1.864'. Il secondo Osimhen non riceve grandi attenzioni dalla sorte, finisce di nuovo in sala operatoria dopo uno scontro fortuito con Skriniar, ma intanto è già un altro anche statisticamente: sono diciotto gol in 2.314'. Il terzo è quello che diventa il prodotto del lavoro di Spalletti.... I numeri raccontano fino a un certo punto l’esplosione di un attaccante che adesso non aspetta esclusivamente che il campo diventi un orizzonte infinito nel quale andare a scavallare con le sue lunghe gambe: Osimhen adesso segna stando nei sedici metri e riempiendoli o anche andando a costruire attraverso il movimento largo o nello stretto, dialoga, fa la pase passiva, sistema la propria firma in partite altrimenti spigolose".
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