E venderlo l’anno scorso, quando calciatore e prezzo sembravano assoluti. Ma il Napoli, la città e Aurelio De Laurentiis sono convinti che tutto debba sempre avere un seguito. Poi d’improvviso è arrivato il cinismo e di seguito è sbocciata la maturità per dirsi addio. Sembrava fatta per il Paris-Saint Germain che poi con Luis Enrique ha capito che Khvicha Kvaratskhelia era e per moltissimi aspetti – tecnici, umani e tattici – l’uomo da scegliere, e Osimhen che in Francia ha giocato – nel Lilla – e che in Ligue1 sarebbe tornato malvolentieri, ha tirato un sospiro di sollievo. Convinto d’emigrare in Premier League – un sogno comune alla sua generazione da Lagos a Yamoussoukro – ma Arsenal e Chelsea e anche Manchester United l’hanno guardato e poi han detto ci pensiamo, torniamo, e il Napoli è rimasto ad aspettare. Il forte Osimhen. L’infallibile Osimhen. L’indimenticabile Osimhen è rimasto in bilico sul filo del mercato più di Philippe Petit tra le due torri. In suo soccorso sono arrivati i predatori dell’Al-Ahli. Ma l’Arabia son tanti soldi, tanti gol ma anche tanti chilometri di lontananza rispetto all’Inghilterra e per giunta in un calcio bambino che non cresce mai, se non nelle spese e nelle promesse.
E, Osimhen, a forza di smarcarsi dal Napoli è finito in fuorigioco. Il Napoli, invece, ha bisogno che Osimhen torni in gioco, in campo e sul mercato. Sono i soldi della sua cessione che garantirebbero ad Antonio Conte la campagna acquisti per la squadra del rilancio: due difensori, un centrocampista, un esterno e un attaccante, minimo".
© RIPRODUZIONE RISERVATA