Ora Victor è un eroe solo per quelli che si illudono possa esistere una vita senza stress. Da vincita al Superenalotto. Che poi spesso sono esistenze che finiscono malissimo. Perché è la sfida che ti mantiene in vita. È il percorso di fatica che devi compiere per raggiungere un obiettivo. Proprio come ha fatto lui che dalla povertà assoluta di Lagos, ai semafori, è arrivato a vincere lo scudetto a Napoli. A essere eletto miglior calciatore africano. Il successo, però, bisogna saper maneggiarlo. Guai a ridurre tutto a una questione di soldi. I soldi sono importanti. Sono fondamentali. Ma devi sentirti vivo, altrimenti ti sembrano finti. Il denaro ha senso se fai il centravanti del Real Madrid. Se i giornali parlano di te. Se i tifosi sognano una foto con te. Sennò ti abbrutisci. Ti intristisci. Non sai più chi sei. Sì, prima di andare a letto Victor prova a darsi un tono scrivendo 30.136 sulla lavagna. È l'incasso del giorno. Intanto però sabato sera i bambini di Napoli si sono addormentati gridando il nome di Romelu e sognando la sua maglia numero undici. Ora c'è lui sui loro diari. C'è lui sui loro telefonini. Sulle carriere che progettano alla PlayStation. Sulle formazioni che scarabocchiano il giorno della partita. È Romelu l'eroe col mantello. Quello di prima è andato in pensione a soli 25 anni. Strapagato per non lavorare. Papà, com'è che si chiamava?"
© RIPRODUZIONE RISERVATA