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(Getty Images)
L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport si sofferma sulla scommessa Osimhen vinta dal direttore sportivo del Napoli Cristiano Giuntoli nell'estate del 2020, in piena pandemia Covid.
Siamo nel luglio del 2020 alla fine del primo, pesantissimo, lockdown pandemico, con la coda di una stagione ancora da concludere ma già proiettati nel futuro. Un futuro difficile da focalizzare con l’incubo Covid sempre presente. Il contesto è proprio questo quando il direttore sportivo Cristiano Giuntoli fa la scommessa più grande della sua carriera. Una sorta di all-in al Texas-holdem, una giocata che la carriera te la può anche stroncare, se la scelta non porta ai risultati programmati. Giuntoli, che da tempo segue Victor Osimhen, decide di puntare tutto su di lui per il futuro del Napoli. A quei costi servono certezze. Che non possono esserci. Ma Giuntoli è convinto del suo fiuto, Rino Gattuso, allenatore dell’epoca, a sua volta già conosce Osimhen e sarebbe felice di allenarlo. Il viaggio napoletano di Victor per “sondare” il terreno diventa positivo per la determinazione che gli trasmettono sia Giuntoli, sia Gattuso. Ma c’è da convincere De Laurentiis che quei soldi li deve investire, con le casse vuote e le prospettive di rilancio problematiche. Il produttore cinematografico intuisce e dà l’ok alla sua operazione più costosa nel picco negativo degli introiti. Crede nel suo dirigente e anche nel suo allenatore. Fiuta l’affare che appare un po’ meno oneroso per via della rateizzazione.
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