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rassegna

Osimhen fumantino, il precedente con Spalletti e la differenza con Garcia

Emanuela Castelli
Emanuela Castelli Giornalista 

Alla guida tecnica c'era Luciano, la stagione del tricolore sarebbe iniziata da lì a breve, ed il bomber azzurro ebbe una reazione forte anche in ritiro

Che Osimhen abbia un carattere fumantino non lo scopriamo oggi, per la reazione avuta alla sostituzione decisa da Garcia. Il precedente illustre è capitato proprio con Luciano Spalletti, addirittura durante il ritiro a Castel di Sangro, quando il nigeriano protestò platealmente per un presunto fallo di Anguissa in partitella ai danni di Ostigard, irregolarità non sanzionata da Spalletti. Espulsione e fine della storia.

Osimhen e quel carattere un po' così

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Ne parla oggi il Mattino, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: "Ritiro estivo di Castel di Sangro. 24 luglio 2022, manca ancora un quarto d'ora abbondante alla conclusione della partitella, quando Spalletti invita Osimhen a togliere la pettorina e a uscire dal campo. Succede tutto in qualche frazione di secondo, ma le urla e i movimenti vistosi del nigeriano ci mettono un attimo a catalizzare l'attenzione di tutti: tifosi, compagni, staff e addetti ai lavori. Durante la partitella a campo ridotto Anguissa commette un fallo a centrocampo su Ostigard che però non viene sanzionato dall'arbitro (Spalletti).

Osimhen prende le parti del norvegese e inizia a sbracciarsi. Prima nei confronti di Anguissa - colpevole di essere entrato troppo duro sull'avversario di turno - e poi si rivolge a Spalletti, che a detta sua non avrebbe redarguito a dovere il camerunense. Ne viene fuori una mini-lite della durata di dieci secondi, non di più, quelli che bastano all'allenatore del Napoli a indicare a Osimhen la strada degli spogliatoi. Nel tragitto verso l'uscita del campo, poi, il nigeriano prosegue nelle proteste e si rivolge ai compagni di squadra nel vano tentativo di solidarietà. Per la schiarita si dovrà attendere il mattino seguente con l'allenamento e l'abbraccio risolutore. Cose di campo, ma che con Spalletti duravano un amen: perché aveva in mano il gruppo e la massima fiducia dei suoi leader tecnici".



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