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rassegna

Ode a Mario Rui e Di Lorenzo, quanto contano i terzini nel gioco di Spalletti

Emanuela Castelli

Vediamo insieme cosa ne pensa l'edizione odierna del quotidiano napoletano

Nell'edizione odierna de Il Mattino Marco Ciriello analizza l'importanza di Mario Rui e Di Lorenzo

Spingono, accelerano, impostano, crossano, stiamo parlando di Mario Rui e Di Lorenzo, e anche di Olivera. I terzini del Napoli fanno la differenza

Spesso le loro prestazioni passano in sordina, l'occhio si concentra sulle gesta degli attaccanti, o sulle respinte miracolose dei portieri. Si parla tanto - e giustamente - dell'equilibrio dato dai centrocampisti, della coralità del gioco di Spalletti, che premia tutti gli interpreti chiamati alla causa. Ma non si dà abbastanza risalto a loro, i terzini del Napoli, che hanno invece un ruolo centrale nelle idee tattiche del mister. Così, ci pensa Marco Ciriello  tributar loro la giusta lode:  "I terzini del Napoli sono la vera grande spinta nel calcio attuale di Luciano Spalletti. Scendono, spandono e soprattutto crossano. Dopo infinite partite di palle basse, e questo si deve ad Osimhen il miglior saltatore e colpitore di testa della serie A , finalmente Mario Rui sembra aver la possibilità di liberare il suo tiro, sfoderando un rovescio alla Borg: sciogliendo il suo cross a tutto braccio, un cross a due mani, di cui beneficia Giovanni Simeone, ultimamente, ma prima anche Anguissa. Con lui, Di Lorenzo, che ha un lancio wagneriano, supportato da estenuanti percussioni, può correre felice e andare in area (...) La leggerezza dei loro cross contiene una liberazione, sapere che in mezzo c'è una testa che aspetta, qualcuno che lavora per saltare col tempo giusto, che sia un sudcoreano, un georgiano, il figlio di Diego Simeone o un ragazzo africano: non importa, quello conta è che i terzini del Napoli possono disegnare traiettorie, curve, arcobaleni, per la felicità dei tifosi e la disperazione dei portieri e dei difensori avversari".