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Una fuga di talenti continua quella che avviene nel Sud Italia. Il Mattino ha analizzato i giocatori nati in Campania (in particolar modo nell'interland napoletano) e ha osservato come il Napoli se li lasci sfuggire perché non è presente un vivaio vero e proprio che possa coltivarli.
Sebastiano Esposito, il 17enne attaccante dell'Inter nativo di Castellammare di Stabia, è solo l'ultimo esempio di una vera e propria diaspora dalla Campania che ha radici lontane e molteplici ragioni. Esposito non è il primo napoletano (tra il capoluogo e la provincia) ad esordire senza essere mai passato nel settore giovanile del Napoli: solo in serie A ce ne sono altri 13. Tra cui gli affermati Gigi Donnarumma, Immobile, Criscito e D'Ambrosio. Poi i giovani Tripaldelli, Mandragora e Pezzella e i veterani Alfredo Donnarumma, Antonio Donnarumma, Pisacane, Mirante e Bocchetti. E nel passato tanti talenti puri, da Montella a Quagliarella.
I problemi - È evidente che il Napoli non può individuare e blindare ogni talento: è fisiologico farsi scappare qualche giovane. Pesa però la mancanza di un centro sportivo per il vivaio, dove far crescere i ragazzi, far confluire i talenti, educarli e consentire il pernottamento. Basti pensare che Inter, Milan, Juve o Roma a parte, persino il Sassuolo ha un college per i propri ragazzi, e lo stesso dicasi per società minori quali, ad esempio, il Pescara, l'Entella o lo Spezia. Mancano persino affiliazioni con le società del luogo: ne hanno squadre del Nord!
Il cambiamento - Tuttavia qualcosa è cambiato. È nato a Casoria, presso i campi dell'Audax, la Cantera Napoli, concepito da Gianluca Festa con la collaborazione del vicepresidente del Napoli Edoardo De Laurentiis, testimonial dell'iniziativa, che ha creato un canale privilegiato con il club azzurro, del quale potrebbe diventare a breve la prima ufficiale scuola calcio. Ha già raccolto 300 iscritti, con ragazzi nati tra il 2003 e il 2014, ha allenatori del calibro di Trotta e Monaco, testimonial come Montervino. L'idea di formare i talenti sin da bambini, con la scuola calcio della Ssc Napoli, può essere la strada giusta per frenare, quantomeno, la diaspora.
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