Su De Santis: "Mi chiamò una giornalista per riferirmi che quell'uomo diceva di pensare ogni notte a Ciro... Ma continuava a dire che lui era stato aggredito. Mi arrabbiai perché non si era pentito e non raccontava la verità di quel pomeriggio".
Sulla violenza: "Perché è l'uomo che è malvagio. Morire per una partita di calcio o per aver calpestato un paio di scarpe griffate: questa è follia. Ragazzi di 16-17 anni che non sono uomini ma bambini: io ho una nipote di 21 anni e la chiamo ancora nennella... Nel profondo del cuore di certe persone dovrebbe accendersi la luce divina. Troppa violenza in giro, io sono nonna e controllando i cellulari dei miei nipoti vedo di tutto".
Sulla fede: "Mi dà una grande forza. Ma quando metto i piedi a terra non posso più abbracciare mio figli".
Sulla sua presenza per Napoli-Roma: "È il regalo che faccio a Ciro perché non ero mai stata allo stadio prima. Anzi, una sola volta, nel 1981, per il mio matrimonio. C'era stato il terremoto e l'ufficio comunale era stato spostato all'interno del San Paolo".
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