Ha aneddoti gustosi che si possono svelare.
«Vigilia di Napoli-Milan, nel ‘92, gara che avremmo perso 5-1. Eravamo in ritiro a Soccavo e Ranieri voleva, come s’usava allora, che nel pomeriggio facessimo una passeggiata per il Centro Sportivo. Che, viste le dimensione, significava quasi andarsene in giro nel campo. Io e Careca stavamo giocando a biliardino e continuammo, un atto di disubbidienza che non rifarei, che censurò con stile».
Napoli-Roma che partita sarà in una parola.
«Tattica. Com’è giusto che sia tra due allenatori che sono legati da amicizia, si conoscono e dunque si fronteggeranno a livello strategico. Conte sa bene che Ranieri proverà a sistemargli trappole ovunque».
Ranieri-Roma che rapporto è?
«Claudio per i tifosi, è uno del popolo. Non ha bisogno di calarsi nell’ambiente. Non sarà semplice, non lo è il calendario che l’attende, ma forse è persino meglio così, perché gare di questo tenore si preparano di slancio».
Conte-Napoli che coppia è?
«La fusione ideale nel momento più propizio. De Laurentiis ha scelto l’allenatore perfetto e Conte l’ha portato subito in testa. La stagione è lunga, so quanto valga Antonio-che conosco bene - ma, per cominciare, già riconquistare la Champions League sarebbe un successo. E comunque poi si vedrà. Per il Napoli, che in Europa c’è sempre stato, quest’assenza è stato un colpo basso».
Gli uomini della partita?
«Buongiorno ha avuto un impatto decisivo, si è imposto senza indugi, è diventato pilastro e riferimento: è forte, forte, forte. E per la Roma la svolta può passare dalla leadership di Pellegrini, serio, scrupolo, attento. Non è mai facile essere profeta in patria e quando i risultati non arrivano diventa tutto persino peggio. Ma lui ha la stoffa».
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