rassegna

CdS – Ancelotti è il collante per un Napoli a pezzi. L’analisi

Alessandro Silvano Davidde

E’ il Napoli di Ancelotti e ora il gioco si fa duro. Chi ne ha vinte tante – e sa come si fa – si (ri)mette a governare a modo suo. Cominciando a spruzzare il buon senso in cifra sufficiente. Poi andando a cercare la scorciatoia per...

E’ il Napoli di Ancelotti e ora il gioco si fa duro. Chi ne ha vinte tante - e sa come si fa - si (ri)mette a governare a modo suo. Cominciando a spruzzare il buon senso in cifra sufficiente. Poi andando a cercare la scorciatoia per incollare i cocci di queste settimane turbolente: nel quale s’è colto il fragoroso rumore d’una rottura (quasi) senza precedenti. A modo suo una fase storica che può rappresentare lo spartiacque tra due epoche.

Napoli avanti con il Normal One

Il Napoli, che sta per società, e il Napoli, che sta per squadra, sono ormai spaccati. Dopo l’ammutinamento del 5 novembre, un “caso” più unico che raro che però in qualche modo va ricomposto: Ancelotti è il collante tra le due anime.

L’unico che parli - e ripetutamente - con De Laurentiis. Si tratta quindi del “collettore” delle emozioni e delle reazioni di un presidente che sta per rientrare da Los Angeles. Che sarà (quasi sicuramente) a Liverpool e che dovrà decidere sulle modalità e sull’entità di una multa che potrà (potrebbe) essere simbolica o anche esemplare.

E in questa la chiamata alla “responsabilità”. A Napoli squadra viene chiesto di ritrovare se stessa. Di giocare il calcio che rientra nelle proprie corde. Mostrare il talento e anche la spregiudicatezza. Di uscire dagli equivoci e dal senso di paura che contro il Genoa, in un’ora e mezza sotto ritmata e pallida, s’è letto negli occhi di chiunque.