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(Getty Images)
L'edizione odierna di Repubblica si sofferma sulle iniziative del Napoli per ricordare e omaggiare Diego Armando Maradona, scomparso ieri a 60 anni. Se n’è andato via, questa volta per sempre, portando orgogliosamente con sé la “sua” maglia con il numero 10: consegnata da ieri pomeriggio alla storia del Napoli, ma inzuppata di lacrime. Comincia il “dopo Maradona” e per accettarlo ci vorrà del tempo.
"Diego era leggenda. Il fenomeno più importante della storia del calcio. Nessuno può essere paragonato a lui, è stato unico. Un genio, un pittore del calcio: maledetto e formidabile, un po’ caravaggesco...", ha reso omaggio al campionissimo Aurelio De Laurentiis, per una volta d’accordo con il sindaco de Magistris sull’idea di intitolare al Diez lo stadio San Paolo. "È una bella proposta, dobbiamo portarla avanti. Ma già stasera vorrei mostrare sui maxischermi di Fuorigrotta il suo volto, durante la partita di Europa League contro il Rijeka. Vediamo se la UEFA ci autorizzerà". Di sicuro sarà osservato un minuto di silenzio, come su tutti i campi del continente, e Insigne e i suoi compagni porteranno il lutto al braccio: in 90 minuti di struggente dolore e nostalgia. L’inchino davanti alle tribune vuote sarà infatti gelido come un funerale. Non è morto solo Lui: ieri è morto pure il calcio.
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