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Il Napoli di Gattuso parte male. Tante le situazioni di gioco in campo per gli azzurri: il Corriere dello Sport ha cercato di analizzarle di seguito.
Gira molto attorno al rigore dato e poi tolto, per trasformarlo il punizione dal limite dopo l’OFR (già, ma perché la revisione sul campo?) la partita dell’internazionale Di Bello. Appena 21 falli fischiati, 3 i giocatori ammoniti, eppure la sensazione di non esserci al 100%. Anche la mimica sull’episodio incriminato: se cambi la tua decisione, devi farlo capire subito a tutti, giocatori, allenatori, dirigenti, pubblico. Invece la gestualità di Di Bello ha dato, sulle prime, l’idea che avesse confermato il rigore. ed invece era solo punizione...
RIGORE O PUNIZIONE
Già, ma era punizione? Di Bello (mercoledì è stato AVAR di Valeri in Monaco-Tottenham, gara d’addio all’Uefa di Rocchi) dal campo assegna subito il rigore, segno che per lui è in area (in velocità potrebbe non essere semplice)e c’è un contatto falloso. Il contatto c’è (stinco sinistro di Hernani sul piede sinistro di Zielinski), si può discutere ma non è un errore fischiare fallo. Fabbri al VAR lo richiama all’OFR e c’è (ci sarebbe) un’unica spiegazione: che non è fallo. Perché, al contrario, non c’è bisogno di richiamare un arbitro al monitor per una situazione oggettiva (tipo fuorigioco, qui dentro o fuori area). Ed invece Di Bello va a rivedere. Sbagliando anche la minima post OFR.
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