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Il Napoli è stato più volte accusato di avere un gioco troppo offensivo: giocatori fuori ruolo e nessun filtro in mezzo al campo. La verità è che quella è proprio l'intenzione del tecnico: un'impronta europea che chiaramente è ben diversa da quella usuale italiana. Il Mattino ha intervistato Alessandro Casaglia, match analyst e scout.
Quattro gare senza vittoria lasciano discutere sul rendimento dei calciatori e sulla posizione che gli stessi debbano assumere. Il caso più citato è quello di Insigne, dal punto di vista tattico con Carlo Ancelotti, considerato da più parti tra i ‘fuori ruolo’. «Bisogna partire dalla definizione del ruolo di Insigne: a tutti gli effetti è un attaccante esterno. Se è fuori ruolo quest’anno da centrocampista largo a sinistra - quindi con un aggravio dei compiti difensivi - era fuori ruolo anche lo scorso anno, quando agiva prevalentemente da seconda punta. Con risultati che, anche in quella posizione, siano stati abbastanza altalenanti».
Ovviamente, le scelte di un allenatore hanno sempre delle motivazioni, così come ce ne sono anche sulla scelta della posizione di Insigne: «Il Napoli è una squadra costruita con un’idea di carattere europeo. In Europa si gioca con un’intensità diversa. Si scende in campo con la volontà di schierare il maggior numero di giocatori offensivi dal primo minuto. Cercando di sovrastare l’avversario dal punto di vista del ritmo, ma anche del possesso e della tecnica. Questa è la base di costruzione e la motivazione per cui un calciatore come Insigne agisce in quella posizione. Nelle partite in cui il Napoli riesce a prendere il sopravvento sugli avversari, Insigne e Callejon sulle corsie aumentano il potenziale offensivo, rendendolo tra i migliori del continente», spiega Casaglia.
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