La sfida tra Napoli e Milan non si gioca solo sulle fasce o nella zona offensiva, ma anche nel duello fisico che coinvolge i difensori contro un'arma temibile come Lukaku. Il belga, sempre pericoloso grazie alla sua forza fisica e intelligenza di gioco, sarà uno dei punti focali del match, e il suo confronto con il difensore Thiaw potrebbe risultare cruciale. A contrastarlo, la difesa del Milan dovrà prepararsi a fronteggiare il suo gioco fisico e astuto, mentre l'arbitro avrà il compito di tenere sotto controllo il pressing fisico. Chi avrà la meglio in questo duello potrebbe dare una direzione decisiva alla partita. Ne parla Il Mattino.


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Lukaku punta ai 400, Thiaw pronto a negarglielo: il minimo errore sarà decisivo
Lukaku vs Thiaw: il duello fisico che può decidere Napoli-Milan
—"Pavlovic, a San Siro, è andato gambe all’aria alla prima sportellata di Lukaku lanciato in porta come un bisonte nella prateria. Conceicao avrà rivisto, sicuro, quella partita dell’andata, con Fonseca in panchina, e si avvia a consegnare BigRom a Twiaw più che a Gabbia (che andrà su Raspadori). Ha una struttura fisica che lo può aiutare nel duello con il belga: il centrale, quando è in condizione, è capace di rompere la linea difensiva e partire a caccia di Lukaku, nell’intento di togliere la stessa aria da respirare. Ovviamente, l’obiettivo è inseguire il belga anche sulla trequarti, viste i costanti indietreggiamenti della prima punta di Conte nello scacchiere azzurro. Ecco, la ricerca del gol numero 400 Romelu non deve essere un’ossessione. Lukaku è un avversario complicato perché è fisico, tecnico e molto intelligente. Si muove in modo furbo nelle ricezioni e nella scelta dell’ampiezza da prendersi, se più stretta o più larga. Lukaku sa che, al contrario del match dell’andata, difficilmente si ritroverà con la strada spianata dall’uno contro uno e con tanto spazio in avanti. A meno che la gara, da un certo momento, non prenda una certa piega. Attenzione, perché Thiaw ama usare le mani, cerca spesso il contatto con il suo avversario. Tocca a Sozza, l’arbitro, mandare dei segnali fin dall’inizio. Un conto è il pressing fisico, un altro è commettere dei falli".
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