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(Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport prova a giocare Napoli-Milan sotto il segno della Smorfia napoletana. Si potrebbero estrarre le magliette seguendo il Lotto, che spesso la Smorfia ha valenza religiosa, con la sua Bibbia.
Khvicha Kvaratskhelia numero 77, (’e diavulille / i diavoletti), causa immarcabilità e gioco di gambe e a sua volta scatenatore di crollo tattico, sovvertitore di schemi e marcature. La risata del diavolo in un rovescio borgesiano, quello che deve essere non è, e quello che non è sarà. Forse, chissà, ripassare nel post partita. Disordine, rispetto all’altro numero dispari, estratto dalla formazione del Napoli, il 3, Kim Min-jae, la gatta per la Smorfia, felinissimo per chi deve evitarlo, una acrobazia continua, non sette vite, ma almeno sette modi bielsiani di difendere e ripartire. Saltimbanco direbbe Enzo Jannacci. Non miagola. Terzo estratto: 18, Giovanni Simeone, ’o sanghe (il sangue) che sembra avere agli occhi ogni volta che gioca, dissanguando chi lo marca, e lasciando sempre una ferita aperta nell’aria avversaria. E, infine, ultimo estratto, 20, la festa, Piotr Zielinski, potrebbe portarla, e rappresentarla, da polacco, l’animo composto dei napoletani, ignorato, quasi ostracizzato, che esiste ed è dimenticato, non trovando voce né rappresentanza, la minoranza troisiana
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