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(Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images)
Napoli-Milan è l'eterna sfida, la sfida immortale, fascinosa, che ad aprile si ripeterà per ben tre volte: una in Serie A, due in Champions League. Il Napoli, che ai quarti di finale della massima competizione europea non ci era arrivato mai, vuole proseguire il suo cammino, in questa stagione che si sta consegnando a pie' pari alla storia. Il Milan, che di Champions ne ha vinte sette, punta tutto sulla coppa dalle grandi orecchie per riscattare una stagione tutt'altro che soddisfacente. Ma, prima il campionato: anche qui, i rossoneri hanno bisogno di far punti per qualificarsi alla prossima Champions. E il Napoli vuole continuare a far bene. Le grandi sfide - si sa - si giocano a centrocampo: e quella di domenica non si sottrae al mood. Occhi puntati, dunque, su Lobotka e Bennacer, i due registi irrinunciabili per Spalletti e Pioli,
Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "Il pallone è rotondo e certi giri possono sempre riattivarsi: sarà per quelle strane traiettorie che la sorte disegna ma Lobotka e Bennacer trasformano Napoli-Milan (atto primo, poi anche il secondo e infine il terzo) nella personalissima rivincita contro i luoghi comuni. Uno sembra Mozart, lo chiamano Iniesta, e l’altro per gli esteti è Van Gogh: suonano, dipingono, creano, sostanzialmente dirigono e sono ordinati o visionari, elementari o geniali, perché riflettono la propria natura ribelle, capace di trasformarsi in un tocco di palla. Lobotka è l’ispiratore di Spalletti oppure no, la riproduzione dell’anima di un allenatore che sta realizzando il capolavoro della propria esistenza e del calcio italiano attraverso un calcio onirico, da museo d’arte moderna; Bennacer è la proiezione plastica di Pioli, un gentiluomo che si è issato sino allo scudetto nella passata stagione, che sta per scucirselo dal petto, ma che non ha mai smesso di inseguire i tratti di una bellezza accattivante. Lobotka non ha saltato una sola partita, di lui Spalletti non sa farne a meno o non vuole o non può, perché è vietato per legge rinunciare ad un uomo da 1.569 passaggi precisi, ad una specie di “musa” intorno alla quale il Napoli orienta il proprio splendore, uno che disegna parabole, traccia no look, incanta con lanci di esterno che lo avvicinano a Don Andrés, paragone dal quale si scosta sorridendo. «Chiamatemi Lobo». Bennacer si è rifatto ad Empoli, una specie di Eden nel quale è germogliato in gioventù Spalletti, prima s’è concesso la gioia di vincere la Coppa d’Africa con l’Algeria (nel 2019) e poi di slancio si è preso il Milan per 136 partite, un pilastro o un radar, o entrambe le cose. Pioli ci ha puntato per il trionfo dell’anno scorso. Napoli-Milan sembra una mini serie televisiva e invece con Lobotka e Bennacer è un film".
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