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(Getty Images)
La sfida ai quarti di Champions League tra Napoli e Milan fa bene al calcio italiano, non solo per il lustro di vedere con certezza una club tricolore in semifinale, ma anche per come questi due club sono arrivati ad un traguardo così importante. Infatti entrambe le società ci arrivano grazie ad un progetto opposto alle altre big europee. Proprio questo argomento è al centro dell'approfondimento dell'edizione odierna de Il Corriere dello Sport. A seguire un estratto dell'articolo.
I l calcio è dei ricchi, ma le idee e la competenza aiutano ad avvicinarsi ai top o forse sono fattori altrettanto decisivi. Milan o Napoli in semifinale di Champions significa contrastare il potere dei soldi e garantirsi il medesimo risultato, nel rispetto del fair play finanziario, testimoniando la bontà di un lavoro profondo, meditato e maturato con due o tre anni di programmazione. Mica hanno ingaggiato Enzo Fernandez a peso d’oro, come è successo al Chelsea a gennaio. Neppure hanno aggiunto Haaland (un centravanti al posto dello spazio) assicurandosi Julian Alvarez (campione del mondo con l’Argentina) in alternativa per il godimento di Guardiola e del City. Giuntoli è l’architetto su cui Spalletti e De Laurentiis hanno costruito la Grande Bellezza del Napoli. Maldini e Massara i dirigenti capaci di attraversare la cessione da Elliott al fondo Red Bird dopo aver imposto Pioli in luogo di Rangnick, già preso. Conti risanati eliminando spese superflue, mettendo la logica calcistica al centro del progetto, sforbiciando i costi e alleggerendo le gestioni. Come? Fidandosi degli allenatori, in grado di plasmare e assemblare il potenziale tecnico, sostituendo i big con giocatori altrettanto bravi e più affamati o meno celebrati".
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