rassegna

Napoli-Lecce, finale indegno di una stagione indegna: azzurri in ginocchio

Emanuela Castelli
Emanuela Castelli Giornalista 
L'analisi del Corriere dello Sport

Il Napoli si sbriciola e affonda contro il Lecce, tra sfortuna e un primo tempo "inspiegabile". Calzona prova a cambiare le cose ma senza riuscirci. Anche Osimhen non riesce a cambiare l'inerzia della gara.

Napoli, che disastro contro il Lecce

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Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: "Il primo tempo dell'ultimo Napoli con lo scudetto, con Osimhen in panchina, è davvero inspiegabile. Deludente a più non posso e a tratti imbarazzante considerando la prospettiva Conference e le notizie che arrivano da Bergamo: al 26' l'Atalanta è già in vantaggio e al 45' vince per 2-0. Al Maradona, invece, si torna negli spogliatoi sotto un diluvio di fischi e insulti sullo 0-0 (...) Calzona, all'ultima panchina, non ci sta a passare per l'allenatore che ha sancito il disastro inaugurato da Garcia e proseguito da Mazzarri, con la prima esclusione dalle coppe europee dopo 14 anni. E così prova a cambiare: dentro Raspadori per Simeone e Ngonge per Politano, tra i pochi a salvarsi dal naufragio stagionale. Il Lecce, blocco basso e contropiede, si limita a difendere, ma il Napoli ha un sussulto d'orgoglio. E va in scena un mini assedio confuso: dal 4' al 19' vanno al tiro due volte Kvara, due Ngonge con una traversa, una Jack e una Cajuste che prende il palo. Che sfortuna (...) L'Atalanta nel frattempo fa 3-0: il Napoli ha un rigore a porta vuota per mettersi comodo a tifare Fiorentina in finale di Conference, e al tecnico azzurro non resta che giocare la carta Osimhen. Al passo d'addio: ma questa volta l'asso di tanti poker e full non s'incastra. Anzi: Ostigard, Olivera e un Raspadori molto scarico ci provano invano, ma è Oudin a mettere i brividi dal limite, con un sinistro forte (fuori). Meret allarga le braccia sconsolato (...) Il Napoli si sbriciola, non ne ha più, è in ginocchio: e arrivederci così. Decimo, ai 32esimi di Coppa Italia come non accadeva da 15 anni, fuori dall'Europa, tra i fischi, gli insulti del popolo e qualche lacrima: l'indegno finale di una stagione sportivamente indegna".