Ma prima, quando ancora si era in quell’«altra» vita, lussuosa e pure regale, l’estasi è rimasta racchiusa nelle veroniche (e mica solo quelle) di Kvara, nelle conversioni di Politano, nella asciutta, cinica ed elegante concretezza di Raspadori e Simeone, protagonisti capaci di catapultarsi sul palcoscenico dall’ombra nella quale erano inevitabilmente adagiati dall’imponenza di Osimhen.
In questo mosaico internazionale, tra stelle che abbagliano, Cyril Ngonge cerca una definizione: la «scommessa» personale di De Laurentiis, venti milioni al Verona per tentare disperatamente di sistemare qualcosa nel campionato che sta alle spalle (e pesa), cerca spazi, angoli da occupare e possibilità per riemergere e tornare a stupire come pure gli è successo".
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