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L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport analizza il momento non positivo del Napoli dopo le sconfitte con Inter e Lazio e racconta della fatica degli azzurri negli scontri diretti a causa della mancanza di un trascinatore. L’assenza di Osimhen si protrarrà ancora per diverse settimane, come quella di Mertens. Entrambi i centravanti sono infortunati e nel loro ruolo sta giocando Petagna, attaccante fisico, che combatte tanto, ma conclude poco.
In attesa del recupero di Osimhen, potrebbe rendersi necessario il ritorno al 4-3-3, un modulo che assicura una maggiore copertura sia a centrocampo che nella fase difensiva. La questione tattica è un argomento, sicuramente. Ma l’aspetto che maggiormente preoccupa è quello caratteriale. Contro la Lazio, il Napoli è stato in partita per una decina di minuti, subito dopo il gol di Immobile. Dopodiché è rimasto in balia dell’avversario che ha trovato anche il raddoppio di Luis Alberto per un errore in uscita di Mario Rui. La squadra è parsa molle, come sottolineato dal secondo di Rino Gattuso, Luigi Riccio, e per questo poco determinata. C’è qualcosa, dunque, che non quadra. E non è soltanto una questione tecnica, perché finora è sempre stato detto che l’organico del Napoli avrebbe potuto competere con Inter, Juve, Milan e Atalanta. Il punto è che a questa squadra manca un leader, un giocatore che sappia strigliare i compagni in campo e imporsi nel gruppo. Manca un Ibrahimovic, per intenderci, un Lukaku o un Ronaldo, gente che sa essere decisiva. Osimhen è troppo giovane ed ha bisogno di crescere, così come né Insigne né Mertens hanno il carattere dominante in questa squadra.
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