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rassegna

De Core: “Le italiane in Europa non fanno bene. L’eliminazione contro il Granada una macchia indelebile per gli azzurri”

Sara Ghezzi

Negli ultimi anni le squadre italiane in Europa non riesco a prevalere sulle concorrenti e ciò rappresenta un campanello d’allarme per il calcio italiano. L’ultima vittoria in Champions di un’italiana risale al 2010 con...

Negli ultimi anni le squadre italiane in Europa non riesco a prevalere sulle concorrenti e ciò rappresenta un campanello d'allarme per il calcio italiano. L'ultima vittoria in Champions di un'italiana risale al 2010 con l'Inter di Mourinho, invece da quando esiste l'Europa League un'italiana non è mai riuscita a portare a casa un trofeo. Il giornalista Francesco De Core del Corriere dello Sport ha fatto una riflessione in merito ai microfoni di Radio Punto Nuovo nel corso della trasmissione 'Punto Nuovo Sport Show'.

"L'esempio del fallimento in Europa l'eliminazione del Napoli contro il Granada"

Di seguito le sue parole:

"Vediamo come finisce con Lazio ed Atalanta, ma al netto di questo, i risultati delle italiane in coppa, fatto salvo la finale dell'Inter dello scorso anno, vedi un periodo molto lungo di presenza scarsa delle italiane nelle partite che contano, dai quarti di finale in poi. Siamo ridotti abbastanza male. Siamo al cane che si morde la coda: Fonseca, che non è italiano, evita tutti quei luoghi comuni che invece altri allenatori pongono in essere".

Sull' Europa League

"Sono più di 20 anni che c'è l'Europa League e l'Italia ne ha vinte zero: questo è un problema serio del grado di competitività del calcio italiano. Non mi è piaciuto per niente l'atteggiamento del Napoli contro il Granada, doveva imporre il proprio valore ed il proprio rango, con una macchia indelebile sulla stagione del Napoli".

Sull'Inter

"Pensare che l'Inter, una squadra coperta in tutti i settori, non è riuscita a fare un gol allo Shakhtar Donetsk è stato visto come un aspetto positivo per far sì che con te potesse allenare la squadra un'intera settimana, integrando nel progetto gente come Eriksen, significa esseri dentro un corto circuito profondo".