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NAPLES, ITALY - SEPTEMBER 18: Billy Gilmour (L) and Scott McTominay of SSC Napoli attend the afternoon training at SSC Napoli Training Center in Castel Volturno on September 18, 2024 in Castel Volturno, Caserta, Italy. (Photo by SSC NAPOLI/SSC NAPOLI via Getty Images)
Il Napoli ha il fattore P di Premier. Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: "Nessuno di loro ha conquistato la Premier, in carriera: non ci è riuscito McTominay con lo United, una palestra e una scuola di calcio e mentalità comunque vincente frequentata dal 2002 al 2024, e neanche Gilmour con il Chelsea, il club in cui ha concluso la crescita iniziata con i Rangers a Glasgow, frequentando Cobham da giovane apprendista ai tempi di Conte. Un incrocio del destino: a Napoli lo ha voluto proprio il signor Antonio".
"Billy, il più giovane dei tre con 23 anni, è stato però campione d’Europa con i Blues: ha conquistato la Champions nel 2021 giocando pochissimo (due presenze, una da titolare) ma fortificando spalle e carattere fino alla finale da componente del gruppo. È stata quella l’unica esperienza europea di quel valore, ma in Premier vanta 81 presenze tra Chelsea e Brighton. Nel Napoli, finora, ha sostituito degnamente Lobotka durante l’infortunio e sabato è stato decisivo al suo fianco contro l’Inter: ripescato dopo tanta panchina, non è mai sceso sotto ritmo. Al massimo lo ha aumentato. Un po’ il discorso di Billing, 28 anni, 152 partite in Premier con Huddersfield Town e Bournemouth: invisibile per cinque giornate, poi titolare a Como (tra i migliori) e decisivo con l’Inter in 8 minuti partendo dalla panchina: entra, segna e la corsa scudetto resta viva".
"McTominay, invece, di presenze nel regno inglese del calcio ne conta addirittura 255: nove stagioni in prima squadra tra i giganti della Premier con 22 presenze in Champions. Non l’ha vinta come Gilmour e neanche il campionato, soltanto l’attuale Carabao e la Coppa d’Inghilterra. Dei tre è quello che finora ha lasciato il segno più profondo nel Napoli, l’ha inseguito e portato Manna: è un pilastro del gioco di Conte, sempre titolare sin dalla quinta giornata a Torino con la Juve, secondo cannoniere della squadra con 6 gol alle spalle di Lukaku, 2 assist, il rigore guadagnato contro la Juve, la palma di maratoneta del campionato: macina chilometri su chilometri, gli altri crollano e lui continua a correre. Effetto Premier".
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