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(Photo by SSC NAPOLI via Getty Images)
L'edizione odierna del Corriere dello Sport conduce una riflessione sull'avvio di campionato del Napoli, sorprendente per tutti ma forse meno per il patron azzurro
L'estate che ci siamo appena messi alle spalle - lo ricordiamo tutti - è stata attraversata da una lunga protesta di parte della tifoseria partenopea nei confronti del Presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, reo di alcune uscite oggettivamente infelici. Poi, per alcuni, la protesta si è allargata anche al calciomercato estivo, che ha salutato calciatori che avevano fatto la storia recente ed indimenticabile della compagine partenopea (Insigne, Mertens, Koulibaly, Ruiz, Ospina). La sensazione predominante era la sfiducia, che serpeggiava tra i tifosi, a volte anche tra gli addetti ai lavori. Così commenta la cosa l'edizione odierna del Corriere dello Sport: "Il problema - di fondo - è la diffidenza: quel sottile, perfido virus che nel calcio s’annida subdolo e a volte finisce per inquinare le acque. Ma quando non era cominciato, questo show a cielo aperto, da Napoli a San Siro, dalla Champions alla Nations League, dentro quell’orizzonte s’avvertiva il pregiudizio (...) Il giorno in cui Adl si sbilanciò - «allestiremo una grande squadra» - la credibilità, in quel momento ai minimi storici, trasformò la previsione o la promessa, fate voi, in una boutade estiva". Adesso, conclude il Corriere, proprio quei nuovi innesti, giudicati in estate come simbolo di ridimensionamento, si stanno imponendo in Italia e in Europa all'attenzione di addetti ai lavori e grande pubblico, diventando - come Kim e Kvara - il sogno (proibito) di qualche big europea.
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