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rassegna

Napoli crede nel Napoli, ma è ben lontana dal romanzo popolare che fu

Emanuela Castelli

Napoli, istantanea di un cambiamento

Napoli chiama il Napoli. Ci crede. Lo sogna. Ci spera. Sa che l'impresa, trentatré anni dopo, è possibile, possibile davvero. Si sveglia felice in un lunedì mattina dal clima rigidissimo, un gennaio che ha il sapore di giugno, il calore di un tricolore troppe volte accarezzato e fuggito via. Ma niente caroselli, niente esaltazione. Napoli è cresciuta e la Napoli d'antan che ci hanno propinato in tutte le salse non esiste più. Forse scaramanzia, forse semplicemente maturità: ma a queste latitudini interessa solo la matematica.

Napoli, quanto sei cresciuta!

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Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli1926: "È lunedì, il giorno dopo la vittoria con la Roma, e il profumo dello scudetto comincia a riempire le case dei napoletani proprio come quello del caffè appena fatto: una crema, uno spettacolo. La gente s'è svegliata felice esattamente come era andata a dormire: il sogno, la festa, la consapevolezza della forza. E anche una certa nonchalance chic, magari un po' nobiliare, che fa tanto Napoli antica: chi crede che siano già cominciati i caroselli e le sciarpate, tarantella e putipù, forse è ancorato a un romanzo popolare che dal calcio è uscito da un po' (...) E allora, la perfezione dice 3: Napoli felice ma anche moderata; Napoli con gli occhi lucidi ma senza lacrime napoletane; Napoli che gode e si bea ma senza dirlo troppo in giro. A scrivere il manifesto letterario della missione-scudetto, perché al di là dei 13 punti di vantaggio sulla seconda (l'Inter) è pur sempre una marcia lunga e faticosa, è una penna d'oro della città. Maurizio De Giovanni, scrittore di bestseller tradotti in inglese, francese, tedesco, spagnolo e catalano e tifoso appassionato come pochi: «Pulcinella non abita più qui, è vero. O meglio: esiste come statua regalabile, ma certamente non ci sono carovane di macchine che suonano il clacson per strada. C'è grande entusiasmo ma non euforia. È tutto molto misurato: abbiamo avuto molte delusioni in passato e manca un intero girone, ma siamo assolutamente consapevoli di come il Napoli abbia messo più di un mattone nella costruzione di un momento storico. Non ci nascondiamo dietro un dito".