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rassegna

Napoli spuntato, gli azzurri di Conte hanno un difetto congenito: il lampante paradosso

Emanuela Castelli
Emanuela Castelli Giornalista 
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Lo evidenzia il Corriere dello Sport

Cosa succede al Napoli di Conte, troppo poco incline al gol? Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione: "Il Napoli, con 45 gol in 29 giornate e dopo l’ultimo 0-0 a Venezia che ha favorito lo scatto scudetto dell’Inter, è sceso al sesto posto nella classifica degli attacchi del campionato. L’enorme occasione offerta dal calendario di giocare contro la penultima mentre i campioni e l’Atalanta si sfidavano a Bergamo è stata sciupata clamorosamente. Ma la legge del gol è spietata e il difetto della squadra è congenito. Tra l’altro, gli azzurri non avevano mai smesso di andare a bersaglio da tredici partite: un silenzio realizzativo assordante e doloroso, a conti fatti. Intempestivo. Ma come acclarato ormai da dicembre, il Napoli ha un difetto congenito che può essere riassunto così: segna poco e molto meno di quanto riesce a creare". 

Lukaku da rifinitore nel Napoli di Conte

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"In rosa, al di là del curriculum di Lukaku, non ci sono giocatori con un importante storico di marcature. E lo stesso Romelu, unico della squadra in doppia cifra, ha raggiunto il traguardo dei 10 gol soltanto alla ventottesima e rispetto ai fasti del passato è diventato un centravanti meno cannoniere e più rifinitore (gli 8 assist lo confermano). Conte, insomma, ha dovuto sempre provare a capitalizzare il materiale umano a disposizione e anzi a valorizzarlo: in certi casi ci è riuscito, considerando i 5 e 6 gol di Anguissa e McTominay; in altri meno, come raccontano invece le 2 reti appena nel carnet di Neres e Politano, esterni offensivi fondamentali nel suo sistema ma poco prolifici, o l’unico squillo di Simeone alla seconda giornata".

Paradosso Napoli di Conte

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"L’emblema di questa storia? Kvaratskhelia, al Psg da gennaio, con 5 gol è ancora il terzo miglior marcatore della squadra al pari di Frank. E proprio la sua cessione, insieme con l’infortunio di Neres, sono stati i colpi più duri per la finalizzazione. Anche perché a un certo punto la storia s’era avviata piuttosto bene: dopo la virata al 4-3-3, il Napoli aveva trovato più gol, più vittorie, più equilibrio, più punti. Lo raccontano i numeri".

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