Radja Nainggolan ha concesso una lunga intervista ai microfoni di Repubblica. Il belga ha detto la sua sull'audio legato all'esperienza interista, diffusosi sul web e non solo. Il ninja ricorda ancora il suo rapporto burrascoso con l'attuale allenatore azzurro Luciano Spalletti.
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Nainggolan: “Ricordo ancora quando Spalletti aspettò me e Totti in corridoio…”
Ecco le dichiarazioni di Nainggolan sulle sue esperienze italiane e sul rapporto con Spalletti
Nainggolan: "Devo la mia miglior stagione a Spalletti, lui si che mi capiva"
Di seguito le dichiarazioni di Nainggolan
Sulla sua esperienza all'Inter
"Inter? Appena arrivato dissi che ero felice ma che era più forte la delusione di essere andato via da Roma. E già non ero partito bene. Dopo il rigore sbagliato con la Lazio in Coppa Italia mi hanno iniziato a fischiare, mi sono venuti dubbi, è crollata la fiducia. Ho vinto uno Scudetto sì, ma non lo calcolo, per dire di aver vinto uno scudetto, devi esser stato centrale nel progetto, non ai margini".
Sul suo stile di vita
"Se uno fa tardi, beve, fuma una sigaretta, ai miei occhi non fa cose sbagliate. Poi il Nainggolan in campo rendeva facile accettare tutto: non mi sono mai preoccupato di cosa diceva la gente, tanti invece si nascondono. Di me si sa tutto perché esco, mi vedi nei locali. C'è chi beve più di me ma lo fa a casa e non lo sa nessuno".
Sulla Roma
"Zaniolo è un grandissimo giocatore, ma quando la squadra non gioca bene contro le grandi, e negli ultimi anni di queste partite ne ha vinte poche, anche lui non fa la differenza. Noi di giocatori di personalità ne avevamo un'infinità: Dzeko, Totti, De Rossi, Strootman, Salah, Alisson. Il rimpianto è aver fatto il record di punti e non aver vinto nulla".
Su Mourinho
"Mourinho? Penso sia una grande persona, i suoi giocatori mi dicevano che sa conquistarti solo col parlare. E dice le cose dirette. A volte ha uscite che possono far male ai giocatori: alcuni li puoi massacrare se dici che non sono all'altezza. Con altri, come me, funziona".
Sul rapporto con Spalletti
"L'allentore che mi ha dato di più? Spalletti: con lui, ho fatto il miglior anno della mia carriera, a livello di squadra e individuale. Vi racconto un aneddoto, che si intravede anche nella serie tv su Totti: a Bergamo prima del match con l'Atalanta, Spalletti aspetto me, Francesco e Pjanic in corridoio dopo che avevamo passato la nottata a giocare col pc..."
Sul Belgio
"Un grande trofeo per la mia nazionale? Se non arriva in Qatar, secondo me non arriva più. Agli Europei l'Italia era meno forte sulla carta, ma poi il blocco squadra era molto più solido. E quella è la base del calcio".
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