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Morte Pelé, cosa avrebbe scritto Sconcerti: “È stato l’opera d’arte del Brasile”

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Il Corriere della Sera ha pubblicato un pezzo a firma di Mario Sconcerti

Domenico D'Ausilio

Mario Sconcerti amava Pelé, aveva scritto un bellissimo pezzo sul compianto campione brasiliano, dopo la sua morte avvenuta ieri all'età di 82 anni. L'edizione odierna del Corriere della Sera lo pubblica in memoria del giornalista, scomparso anch'egli quasi due settimane fa a 74 anni.

Morte Pelé, cosa avrebbe scritto Sconcerti

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"Diceva Pelé che quando fosse venuta l’ora di presentarsi al buon Dio, avrebbe chiesto di essere trattato in paradiso come era stato trattato sulla terra. Perché Pelé ha avuto una vita lunga e felice. E quando non lo era sorrideva comunque perché quello voleva sembrare, il simbolo tranquillo, gioioso, del calcio in Sud America e nel mondo. Più Maradona si accostava alla parte oscura, più lui si vestiva da migliore. Era il suo modo di rimanere unico. Ha avuto tante donne, tanti figli anche lui ma trattenendoli, spargendo sempre parole di pace".

Sul paragone con Maradona

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“Per definire la sua storia sul campo bisogna evitare di paragonarlo a Maradona. Erano due giocatori diversi, unici, le cui qualità a confronto sono sempre state soltanto opinioni. Erano un tesoro inestimabile, tra loro potevi scegliere ad occhi chiusi, non sbagliavi mai, eri pronto per vincere".

L’unico limite del campione brasiliano

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"Il vero limite di Pelé è stato il tempo. Ha giocato in anni in cui la comunicazione era lenta, la televisione alle prime ore. Noi riusciamo a sentire nostro solo quello che vediamo. Pelé non lo abbiamo davvero mai visto. Era un modo di dire, i sempre Pelé. Ma non capivamo cosa stavamo dicendo. Pelé usciva dal Brasile solo per lunghe tournée in giro per il mondo, come un’opera d’arte da mostrare e poi subito impacchettare e riportare a casa. La gente accorreva, allargava ogni giorno la leggenda. Una volta in Colombia fu espulso, ma il pubblico si rivoltò contro l’arbitro, minacciò seriamente di invadere il campo. Alla fine Pelé tornò in campo e fu espulso l’arbitro".

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