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(Photo by Chris McGrath/Getty Images)
Un rapporto lungo 70 pagine con 13 inequivocabili conclusioni. Ecco la versione ufficiale della Commissione medica che ha indagato sulle cause che hanno provocato la morte di Diego Armando Maradona. Un documento che ha ulteriormente aggravato le posizioni di Leopoldo Luque, medico personale del Diez e Agustina Cosachov, la psichiatra. Ma anche di Mariano Perroni, capo degli infermieri (3 dei 7 imputati). Lo riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport.
Nel rapporto degli specialisti viene ribadito che prima della morte avvenuta il 25 novembre "sono stati ignorati i segni di pericolo di vita che presentava il paziente". Per ciò che concerne l'assistenza infermieristica è stata caratterizzata da inefficienze e irregolarità. "Diego Armando Maradona non è stato sottoposto a controlli e assistenza corretta da parte di medici e terapeuti. Né per il tempo e nemmeno per la forma secondo quanto indicano le norme di buona pratica". Oltre a ciò è sottolineato anche il ruolo che potrebbero avere avuto i farmaci che gli erano somministrati per le sue dipendenze. "Potrebbero avere avuto un'influenza fatale". "È plausibile che Maradona avrebbe avuto maggiori possibilità di sopravvivenza se fosse stato ricoverato in un istituto sanitario polivalente".
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