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rassegna

Morte Maradona, inchiesta ad una svolta: “Diego non curato, si indaga per omicidio colposo”

Domenico D'Ausilio

“Grave incuria da parte dei medici, nessuno si occupava del paziente”. Non che ci fossero grossi dubbi, le fotografie dell’indegno letto di morte nella villa di Tigre le abbiamo purtroppo viste tutti. Ma a dieci giorni dalla morte di...

"Grave incuria da parte dei medici, nessuno si occupava del paziente". Non che ci fossero grossi dubbi, le fotografie dell’indegno letto di morte nella villa di Tigre le abbiamo purtroppo viste tutti. Ma a dieci giorni dalla morte di Diego Armando Maradona l’inchiesta penale sugli ultimi giorni del Diez e sulle responsabilità di chi gli stava accanto potrebbe essere a una svolta. Lo riporta l'edizione odierna del Corriere della Sera.

Morte Maradona, si aggravano le posizioni dei due medici

Stando al quotidiano La Nacion prende infatti sempre più corpo l’ipotesi di "morte derivata da mala gestione del paziente". Si complicano quindi sempre più la posizione del medico Leopoldo Luque e della psichiatra Agustina Cosachov. "Nessuno aveva il controllo del paziente" ha riferito una fonte investigativa, parlando di "disorganizzazione totale" nella gestione postoperatoria. Nelle prime relazioni dei giudici della Procura di San Isidro si nota che "il paziente non era monitorato, non era sottoposto a continuo controllo medico come le sue condizioni avrebbero richiesto. Non assumeva alcun farmaco per le sue patologie cardiache".

Processo per omicidio colposo

In sostanza sta emergendo in maniera sempre più chiara che Diego non doveva essere dimesso dalla clinica Olivos. Andava portato in un centro specializzato per proseguire la riabilitazione. E non di certo una squallida stanza senza nemmeno le ante, senza un bagno vero. "Siamo davanti alla possibilità che sia stato commesso un reato, è possibile dire che potremmo trovarci davanti a un omicidio colposo" ha aggiunto la fonte investigativa. Il processo sarà però tortuoso, innanzi tutto bisognerà attendere l’esito degli esami supplementari legati all’autopsia. Ma il rimpallo di responsabilità è già cominciato, l’accusa è pesante: una condanna potrebbe costare cinque anni di prigione.