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(Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)
"Associazione a delinquere, truffa e circonvenzione di incapace". Sono le pesanti accuse di due magistrati argentini di La Plata nei confronti di chi è stato accanto a Diego Maradona fino alla morte. L'inchiesta è partita da una denuncia presentata nei mesi scorsi da Dalma e Gianinna Maradona, le figlie del Diez e Claudia Villafane, contro Matias Morla, avvocato e manager del Pibe, titolare della società Sattvica che controlla tuttora il marchio di Diego. Lo riporta l'edizione odierna de Il Mattino.
Morla e il suo collega Victor Stinfale sono stati identificati come gli organizzatori di un piano per manipolare psicologicamente il Campione attraverso la "somministrazione di alcol, farmaci e marijuana". Dal 22 marzo al 12 aprile dovranno presentarsi negli uffici di La Plata. Davanti alla dottoressa Iampolsky il 17 agosto 2020, tre mesi prima della morte avvenuta il 25 novembre, Maradona sottoscrisse i contratti in cui cedeva la titolarità dei diritti di immagine e il marchio a Ceci e Morla. La professionista argentina ha già dichiarato che Diego era in facoltà di intendere e volere.
I figli di Maradona hanno emesso un comunicato (manca la firma di Jana e per Diego jr è indicato il numero del passaporto) sottolineando l'impegno della Procura di La Plata «per la scoperta della verità sulla morte di nostro padre» e hanno pubblicato uno stralcio dell'atto dei magistrati Corfield e Raele. "Almeno dalla fine di luglio 2020 e fino all'inizio di novembre nel quartiere Chiuso Campos de Roca gli imputati Victor Stinfale, Matias Edgardo Morla, Maximiliano Pomargo, Vanesa Morla, Maximiliano Trimarchi e Carlos Orlando Ibanez hanno ridotto Diego Armando Maradona alla condizione di servitù, limitando i contatti con familiari, amici e parenti, sia di persona che telefonicamente, fornendogli alcol, droghe e marijuana e manipolandolo psicologicamente con diversi doni con lo scopo di tenerlo sotto il loro potere, per beneficiare economicamente del reddito generato attorno alla sua figura".
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