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(Photo by Chris McGrath/Getty Images)
"Abbandonato al suo destino". Sono atroci le parole che chiudono la relazione della procura di San Isidro sulla morte di Diego Armando Maradona. Di tutti tranne di chi doveva preoccuparsi delle sue cure, di chi doveva farlo uscire dal tunnel. Non stata solo negligenza la morte del più grande calciatore della storia. No, per i PM che indagano sulla tragedia del Diez è assai peggio: si tratta di omicidio volontario. E in sette, compreso il solito neurochirurgo Leopoldo Luque e la psichiatra Augustina Cosashov dovranno rispondere di questa accusa pesante. Lo riporta l'edizione odierna de Il Mattino.
Non si parla di complotto, non c'è ancora una ipotesi di associazione. Almeno per adesso. Ma è evidente che quello che emerge dalla relazione è qualcosa che mette i brividi. Saranno ascoltati nei prossimi giorni i sette della cricca dell'orrore ma intanto i PM che indagano, hanno vietato a tutti di poter lasciare l'Argentina. Sono nei guai, seri, gli infermieri Ricardo Omar Almirón e Dahiana Gisela Madrid, il loro coordinatore Mariano Perroni, il medico che ha stabilito il ricovero domiciliare Nancy Forlini e lo psicologo Carlos Diaz. Il rapporto voluto dalla procura di San Isidro ha stabilito che le cure di chi doveva assistere l'ex fuoriclasse sono state "inadeguate, carenti e spericolate, hanno affidato al caso la salute del paziente". Rischiano 25 anni di carcere. I PM hanno depositato i nuovi capi di imputazione e ora toccherà al giudice Orlando Diaz stabilire come procedere. Il documento di 29 pagine è spietato. Racconta di atteggiamenti cinici, glaciali, distaccati. E peggiora la posizione di chi è stato vicino a Maradona. Dando ragione alla tesi di Dalma e Gianinna, le figlie del Pibe.
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